La sanità sarda torna sotto i riflettori con una nuova mobilitazione davanti all’ospedale oncologico Businco. A scendere in piazza questa mattina sono stati cittadini provenienti da ogni angolo dell’isola, sostenuti da comitati e associazioni, per denunciare il persistente stato di abbandono in cui versano i servizi sanitari, in particolare nel settore oncologico ma anche per chiedere il reintegro dell’oncologo Massimiliano Tuveri, allontanato dal Brotzu e diventato protagonista di una vera e propria sollevazione popolare in suo favore.
Sotto accusa finiscono ancora una volta i lavori di ristrutturazione delle sale operatorie del nosocomio cagliaritano, con conseguente trasferimento dei pazienti. Il Coordinamento dei comitati sardi per la sanità ha lanciato un appello chiaro al nuovo commissario appena insediato: basta promesse, servono soluzioni immediate e tangibili. “Ci attendiamo risposte concrete – dichiarano i portavoce – e l’avvio immediato dei moduli operativi previsti davanti al Businco. Non accetteremo ulteriori proclami senza risultati”.
La protesta ha assunto anche toni simbolici, con striscioni e slogan che richiamano l’attenzione sulla situazione dell’intera isola. “Giù le mani dall’Ogliastra” recitava il cartello più visibile, mentre numerosi manifestanti hanno espresso solidarietà nei confronti di Tuveri, chirurgo oncologico del Brotzu, al centro di un controverso allontanamento. “C’era una volta un primario: lo rivogliamo”, si leggeva in uno dei tanti cartelli.
Un segnale di disagio che arriva forte e chiaro: la Sardegna, dicono i manifestanti, non può più aspettare.