Una situazione che non può lasciare indifferenti sindacati e personale quella che sta coinvolgendo il Polo Oncologico del Businco di Cagliari. Preoccupa sempre di più la chiusura di altre sale operatorie e la denuncia di Gianfranco Angioni, Dirigente sindacale USB Sanità e Componente della delegazione trattante della Rappresentanza Sindacale Unitaria, è ancora una volta chiara e accorata: “Con l’approssimarsi della fine dell’anno, siamo costretti a denunciare l’assenza di una presa di posizione chiara e reale da parte delle istituzioni regionali riguardo alla situazione del Polo Oncologico Regionale Businco di Cagliari. A partire dai primi di gennaio 2025, diverse sale operatorie dell’ospedale saranno chiuse per essere trasferite al Presidio Ospedaliero San Michele, senza che sia stato reso noto il cronoprogramma dei lavori o il progetto esecutivo e cantierabile, nonostante i finanziamenti di 9 milioni di euro provenienti dal PNRR”, spiega Angioni.
“Questa decisione suscita forti preoccupazioni, poiché i pazienti oncologici saranno costretti a ricevere trattamenti in una struttura che non può garantire lo stesso livello di assistenza attualmente offerto al Polo Oncologico. Non abbiamo informazioni sui percorsi pre-operatori, sulla disponibilità di posti letto e sulla capacità di rianimazione al P.O. San Michele, già sottoposto a un carico enorme di specialistica e utilizzato come struttura di filtro per l’intera area metropolitana di Cagliari.
Ricordiamo che il cancro è una delle principali cause di morte in Sardegna (ISTAT, 2020). È inaccettabile che i servizi vengano ridotti o sospesi, mettendo a rischio la vita di molti pazienti. Non possiamo permettere che un intero polo oncologico venga smantellato, poiché ammalati e operatori non possono essere trattati come semplici pacchi postali. Gli ammalati di cancro meritano un’assistenza integrata e un servizio sanitario di livello eccellente. La nostra maggiore preoccupazione non si limita allo smantellamento del polo oncologico, ma include anche il rischio di congestionamento dell’iter chirurgico presso il P.O. San Michele, col serio pericolo di un collasso del sistema a causa della mancanza di spazi e risorse umane.”
“In questi mesi”, prosegue Angioni, “abbiamo sollecitato un piano alternativo che preveda l’utilizzo di circa 500 metri quadri già predisposti al secondo piano dell’ala B del Businco, attualmente inutilizzati e con impianti per gas medicali. Questa proposta rappresenta una soluzione concreta in favore dei pazienti più vulnerabili, affetti da patologie oncologiche.”
E conclude: “Pertanto, ci appelliamo alle autorità competenti affinché venga verificato con urgenza il rispetto dei percorsi corretti per i trasferimenti e vengano accertate eventuali responsabilità riguardo al mancato utilizzo di ambienti che potrebbero essere adibiti a sale operatorie. Esprimiamo la nostra ferma volontà di difendere la salute dei cittadini e di garantire loro il diritto a cure adeguate in un contesto di servizio sanitario equo e di qualità.”










