La sanità sarda sprofonda e, come se non bastassero le attese infinite nei pronto soccorso, adesso scoppiano anche le liti. È successo al Santissima Trinità di Cagliari. Una donna di novantanove anni, Maria Salis, è stata portata con un’ambulanza alle 10 e solo dopo dieci ore buone è stata fatta entrare nel reparto di Gastroenterologia, Ma ha dovuto battagliare, per quanto quasi immobilizzata su una barella, insieme al figlio, Franco Branca. È lui, ex dipendente della Regione, ad aver filmato il litigio con le guardie giurate dell’ospedale e il caos, totale, vissuto in pochi metri quadri: “Mia mamma è stata abbandonata per tante ore, senza essere nemmeno visitata. Stava male, l’intervento del 118 è stato assolutamente necessario e doveva essere curata in tempi rapidi in quanto aveva avuto una emorragia”. Ore di attesa, poi il cambio turno delle guardie: “La nuova coppia, a differenza dei colleghi che avevano appena staccato, hanno fatto di tutto per farci uscire dalla sala del triage. Dicevano che non potevamo restare lì”. Ma c’è stata una mini rivolta: gli altri parenti dei pazienti e gli stessi malati non si sono alzati dalle sedie, e la donna addetta alla sicurezza ha urlato: “Ora chiamo i carabinieri”.
“L’ho fatto anch’io”, spiega Branca. “Un militare è entrato nella sala triage e, dopo un quarto d’ora, mia mamma era finalmente ricoverata nel reparto di Gastroenterologia. Una situazione che definisco vergognosa, e non solo perchè mi ha colpito in prima persona. Nei corridoi del pronto soccorso del Santissima Trinità c’erano almeno dieci pazienti, tutti sopra le barelle, in attesa di cure”.










