Ha detto “sì” a un incontro chiarificatore con una coetanea di Cagliari mai vista dal vivo ma conosciuta solo molto parzialmente tramite messaggi nelle chat dei social e commenti. Una 16enne di Quartu, però, non avrebbe mai pensato di trovarsi davanti un’altra minorenne che, con l’aiuto di un’amica, l’ha selvaggiamente pestata sino a provocarle un trauma cranico giudicato guaribile in cinque giorni dai medici, più un trauma cervicale più altre ferite ed escoriazioni. È successo ieri, nel tardo pomeriggio, nella zona di camion e parco giochi del Poetto. È, purtroppo, l’ennesimo caso di una brutale aggressione in città che vede coinvolti dei giovanissimi, stavolta tutti sardi. Di Quartu la vittima, stando a quanto emerge del rione cagliaritano di Sant’Elia le due picchiatrici. La giovanissima è ancora sotto choc: “Una delle due ragazzine stava cercando da tempo mia figlia per via di alcuni commenti e link su Instagram ad un ragazzino col quale mia figlia era intenzionata a iniziare un’eventuale relazione. Dopo i primi colpi ricevuto dalla rivale ha reagito ma è stata sopraffatta dall’arrivo dell’amica”, racconta la mamma, una libera professonista cinquantaseienne. Il referto è stato rilasciato dai medici del Santissima Trinità parla chiaro: “Trauma cranico con dubbia, trauma cervicale e abrasioni multiple”. Cinque giorni di cure, poi nuovi controlli medici per capire come procedere con la riabilitazione.
“Per fortuna sono intervenuti degli adulti che le hanno divise. Le due balorde sono fuggite, sappiamo i nomi perchè, in particolare una, cercava sempre più insistentemente mia figlia”. Pestata violentemente per un discorso di like o commenti sui social: per la logica assurda e vergognosa delle due ragazzine picchiatrici, il chiedere chiarimenti su uno scambio di messaggi via social con un ragazzo vale una grave e violenta aggressione. Mia figlia, all’inizio, ha detto a una delle due ragazze che, comportandosi così, non avrebbe risolto nulla, oltre al fatto che è assolutamente normale poter messaggiare con chi meglio crediamo”. Sul posto, con le ambulanze, sono intervenuti anche i carabinieri, che hanno già ascoltato le testimonianze di vari passeggeri. “Voglio giustizia, spero che quelle due ragazzine paghino per quanto fatto. Purtroppo, molte famiglie non sanno nulla, o quasi, dei propri figli. Denuncerò tutto ai carabinieri e farò anche i nomi delle due ragazze, pagheranno per ciò che hanno fatto. E lancio un appello accorato anche ad altri genitori alle prese con figlio o figlia che sono stati bulllizzati o, peggio ancora, picchiati: denunciate sempre”











