Attese ancora lunghe negli ospedali sardi, ancora prima di essere eventualmente ricoverati. E anche i tempi del pronto soccorso sono un’odissea, col rischio di uscirne peggio di così si è arrivati. Sembra essere questo il caso di Franco Raus, 71enne di Cagliari. A raccontare nel dettaglio l’ennesima odissea sanitaria è la moglie, Paola Pagani. Tutto ha inizio lo scorso diciassette agosto: “Mio marito è caduto ed è stato portato dal 118 al Santissima Trinità. Siamo rimasti 14 ore per sapere che potevano fargli una radiografia e che, comunque, non aveva nessun osso rotto. A saperlo prima l’avrei portato da un radiologo privato”. Ma i problemi sono più grossi di una snervante attesa al pronto soccorso: “Gli è salita la febbre a 40 e si è preso una infezione urinaria perché il panno che gli aveva messo il personale medico dell’ ambulanza gliel’ho potuto togliere solo una volta tornati a casa”.
Oggi, a distanza di un mese, il settantunenne sta meglio ma non è guarito totalmente: “Ha dovuto fare due cicli di antibiotici, stando attenti sempre ai medicinali che prende, visto che assume farmaci anche per il Parkinson. E siamo in attesa di fare una nuova urinocoltura”.









