Il Brotzu non riapre, il più grande ospedale sardo rimane sbarrato per almeno altre 24 ore. È così da sabato scorso, dal mega blackout che ha bloccato tutto il più grosso ospedale sardo. E valgono ancora le regole imposte dal direttore sanitario Raimondo Pinna: interventi bloccati, ogni singola operazione va infatti concordata e approvata, pronto soccorso inattivo e stesso discorso per le pre-ospedalizzazioni. Nelle ultime ore, stando a quanto trapela da fonti interne, è stato operato un settantaduenne e si è dovuto decidere a lungo dove poter accogliere un paziente trentacinquenne residente a Isili in preda alle convulsioni. E sono solo due tra numerosi casi di disservizi che stanno facendo vivere una vera e propria odissea tanto a Oss, infermieri e medici quanto agli stessi malati. In più, solo dopo il ritorno della corrente è stato possibile riutilizzare correttamente ben otto ascensori del più grosso ospedale sardo, tenuti fuori uso, con tutti i disagi comprensibili per i lavoratori che devono raggiungere i piani più alti o spostarsi, rapidamente, da un reparto all’altro. Dai vertici dell’Arnas hanno fatto sapere che “vanno fatte le verifiche in tutta la struttura, un’operazione che richiede tempo. Dobbiamo avere la certezza che tutto sia stato ripristinato, speriamo che l’attività riprenda non più tardi di domani, martedì 23 luglio, alle ventuno”. Intanto, sino a nuova comunicazione valgono le limitazioni, “imponenti”, decise per cercare di liberare definitivamente dall’incubo dell’immobilismo il Brotzu, messo ko da sabato scorso.
E, mentre gli infermieri preparano il lungo sciopero, ben 48 ore, previsto per giovedì e venerdì prossimo, “perchè non ce le facciamo più a lavorare in simili condizioni, tanti di noi stanno fuggendo in altre aziende dove possono operare più serenamente e con maggiori aiuti”, si riempiono gli altri due grossi ospedali presenti nell’estremo sud della Sardegna. Boom di pazienti al Santissima Trinità e al Policlinico di Monserrato: codici rossi, gialli, verdi e bianchi, tutti vengono dirottati in strutture più piccole rispetto al Brotzu, ko da oltre due giorni nel pieno della stagione estiva, con l’Isola presa d’assalto da turisti che potrebbero avere bisogno di essere visitati o curati, andando drammaticamente a ingrossare le già lunghe liste d’attesa nella sanità sarda.











