Bollette a 28 giorni: c’è la svolta, arriveranno rimborsi da 50 euro

In arrivo una multa salatissima per chi continua a fatturare a 28 giorni e indennizzi di almeno 50 euro per i consumatori. È quanto prevede l’emendamento al decreto fiscale, depositato oggi in Senato


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In arrivo una multa salatissima per chi continua a fatturare a 28 giorni e indennizzi di almeno 50 euro per i consumatori. È quanto prevede l’emendamento al decreto fiscale, depositato oggi dal senatore del Pd Stefano Esposito “X #nofattura28giorni battaglia condotta da agosto dalla collega @AlessiaMorani e dal @pdnetwork”, come annunciato dallo stesso su Twitter.

Non basta il passo indietro delle compagnie telefoniche sulla fatturazione a 28 giorni, ma occorre restituire il maltolto agli utenti. È quanto scrive Codacons in una nota, a seguito della disponibilità data da Tim a fare da mediatore col Ministero dello sviluppo economico in rappresentanza degli operatori del settore, per giungere ad una soluzione condivisa.

“Si tratta di una operazione che non convince i consumatori, tesa solo ad evitare provvedimenti normativi che potrebbero arrecare danni economici alle compagnie telefoniche” afferma infatti il presidente Codacons, Carlo Rienzi.

Il Codacons e gli utenti italiani “non accetteranno alcun passo indietro sulle bollette a 28 giorni che non prevederà anche il rimborso ai consumatori delle maggiori somme pagate a causa dell’illegittima prassi sulle fatturazioni” annuncia, quindi.

Nello specifico, chiedono i consumatori, non solo le compagnie devono tornare alle bollette mensili “ma anche restituire agli utenti i soldi che questi hanno speso per effetto della fatturazione a 28 giorni – ossia – 1,19 miliardi di euro all’anno solo per la telefonia fissa e gli abbonamenti Sim”.

In caso contrario, “siamo pronti ad una class action” avvisa Rienzi. Nel frattempo, il Codacons ha inviato a 104 procure della Repubblica di tutta Italia un esposto in cui si chiede di aprire indagine su truffa aggravata e appropriazione indebita per le bollette a 28 giorni vietate dall’Autorità.

Fonte: www.studiocataldi.it


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