Ha colpito tutto il mondo dell’informazione d’inchiesta e non solo l’attentato intimidatorio ai danni dello stimato e apprezzatissimo giornalista di Report Sigfrido Ranucci.
Ieri sera un ordigno è esploso vicino la sua sua auto, danneggiando anche quella della figlia. Il giornalista si è recato in Procura a Roma per confrontarsi con gli inquirenti per circa due ore. ”Abbiamo delineato con i magistrati un contesto – ha spiegato Ranucci. Ci sono quattro-cinque tracce importanti che però per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti. Sono cose molto complesse da provare”. ”Io sto presentando denunce su minacce ricevute dal 2021, quattro in particolare quelle più pesanti. Da quello che so al momento sono tutti fascicoli contro ignoti. Ho sentito in queste ore la vicinanza dei colleghi e degli amministratori. Credo che è dai tempi dell’attentato a Maurizio Costanzo che non accadeva una cosa del genere”.
Nelle ultime ore sono emersi due elementi importanti: la testimonianza di una persona che avrebbe visto un uomo incappucciato allontanarsi da casa di Ranucci e il ritrovamento di un’auto rubata a luglio scorso a Ostia non molto distante da dove è accaduta l’esplosione.
Commovente il sostegno da parte dei colleghi di Via Teulada che- come raccontato dallo stesso Ranucci ai microfoni de La vita in diretta- hanno urlato “La scorta siamo noi” sotto la sede della Rai.













