Assemini, per la carta di identità digitale? Primo appuntamento disponibile è a luglio. Protestano i cittadini, il problema che farebbe slittare i tempi sarebbe legato alle impronte digitali da rilevare. Una problematica non indifferente per chi ha la necessità di avere in tasca, o meglio nel pc, il documento digitale per svolgere mansioni di lavoro e di routine che, oramai, richiedono la carta nata anche per agevolare i cittadini. Ma per ottenerla bisogna attendere, assai. Se si è fortunati, invece, si può essere inseriti al posto di un rinunciatario che invia la comunicazione della disdetta. A raccontare l’accaduto è Veronica M., cittadina di Assemini: “Oggi mi è successa una di quelle cose che ti fanno dubitare del tempo in cui vivi. Avevo bisogno della carta di identità digitale – una cosa che nel 2025 dovrebbe suonare moderna, veloce, quasi fantascientifica – e invece mi è sembrato di essere tornata nel 2020, in pieno Covid, quando tutto era rallentato, bloccato, sospeso.
Chiamo l’ufficio anagrafe, pensando: “Massì, sarà una formalità, magari riesco a farla in settimana.”
E invece, udite udite: primo appuntamento disponibile? Luglio.
Sì, luglio.
Oggi è il 14 aprile.
Fate voi i conti.
Tre mesi per una carta d’identità. Digitale, tra l’altro. Ma… com’è possibile? Dove sono finiti tutti quei miglioramenti promessi? Gli annunci, i comunicati, i post trionfanti sui social in cui si parlava di servizi più efficienti, più rapidi, più vicini al cittadino?
Eppure me lo ricordo bene: dopo anni di rassicurazioni, ci avevano detto che le cose sarebbero finalmente cambiate.
“Abbiamo assunto nuovo personale!”, ci dicevano con entusiasmo.
Bene! Poi vai a chiedere nei vari riparti e ti rispondono con sicurezza: “Li hanno mandati tutti all’anagrafe!” Ah sì? Allora perché siamo ancora qui a lottare per un appuntamento? E allora indaghiamo: una pratica ogni mezz’ora. Solo 8 appuntamenti al giorno. Gli orari? Dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 10:30. Con rientri solo il lunedì e il mercoledì pomeriggio, dalle 15:30 alle 17:30.
Facile fare i conti: in una città di 26.000 abitanti, servire una manciata di persone al giorno è come svuotare il mare con un cucchiaino.
E mentre ci raccontavano che “tutto sarebbe tornato alla normalità”, ci ritroviamo a gestire una nuova ondata di inefficienza cronica, che ci fa sentire ancora una volta fermi nel tempo.
E il paradosso finale?
Sapete qual è il nodo oggi?
Prendere le impronte digitali (rallenta il servizio)
Già. Pare che non sia mica una cosa semplice, una roba da esperti.
Come se stessimo lavorando alla NASA e non in un ufficio pubblico.
Ma siamo su Marte? O semplicemente in Comune?
Nel frattempo, la carta d’identità digitale può attendere e forse non è neanche un male, a questo punto. Tanto digitale lo è solo nel nome: nella pratica, ci vuole la pazienza di un monaco tibetano e la fortuna di conoscere qualcuno (all’italiana) per ottenere un appuntamento”.












