In via del Redentore, da quarantasette anni, Antonio Massa taglia i capelli e fa la barba a centinaia di monserratini. Settant’anni, già in pensione, manda avanti l’attività “finchè avrò le forze”. Altre forze, signor Antonio, le ha già perse con la pazienza nell’attesa – infinita – di un Puc che non arriva al traguardo in Comune. Il sindaco Tomaso Locci si è dimesso, “è uno che fa tanto ma non ha la forza politica”, e anche le regole che possono cambiare il volto del cuore di Monserrato sono belle che congelate: “Ho la casa di mio fratello che necessita di una sistemata, di qualche intervento, ma mi viene difficile perché per l’edilizia non ti fanno fare nulla. Ci sono abitazioni che sembrano conventi”, afferma il barbiere 70enne.
Non solo case e non solo edilizia. La crisi, a Monserrato, è stratificata: “I negozi stanno chiudendo, ce ne sono solo due di abbigliamento, assurdo per una città molto numerosa. Mancano strutture per gli universitari e alloggi per i parenti dei pazienti del Policilinico. Nel passato il lavoro c’era soprattutto grazie alle vigne e alle cantine, adesso anche i giovani laureati sono costretti a partire”, osserva signor Antonio, “tutta Monserrato è in una fase di regresso. Locci è un sindaco che si sta dando da fare, ma non ha molte possibilità perché non ha la forza politica”.











