Un piccolo lieto fine per Antonio e Patrizia, la coppia che da oltre un anno e mezzo vive in un vagone dismesso della Stazione ferroviaria di Cagliari. Qualche giorno fa hanno ricevuto un decreto di condanna da parte della Procura della Repubblica per un piccolo reato commesso anni fa, ma grazie all’intervento di don Marco Lai i due fidanzatini scamperanno il carcere: potranno scontare la pena facendo volontariato alla Caritas di Cagliari. “Bisogna dare l’opportunità a chi ha sbagliato – sottolinea don Lai – di recuperare, e Antonio con Patrizia dovranno dimostrare fino all’ultimo giorno di volontariato di essere cambiati”. Ora dipenderà dai giudici accettare o meno questa misura alternativa alla detenzione, ma il lieto fine è praticamente scontato. Nessun lieto epilogo, invece, per quanto riguarda il problema casa: i due dovranno continuare ad abitare nel freddo vagone ferroviario arrugginito.
La storia. Antonio, 43 anni, e Patrizia, 47, vivono da un anno e mezzo in un vagone dismesso parcheggiato lungo il binario numero 4 dello scalo merci di viale La Playa. Un vagone come dimora un vagone non per spirito d’avventura, ma per disperazione. Fino a un anno e mezzo fa conducevano una vita praticamente normale: lui lavorava sui pescherecci, lei gestiva una ditta di catering. Poi il dramma della disoccupazione e gravi problemi di salute, e a un tratto tutto è stato stravolto per entrambi. Un periodo di accattonaggio nelle strade di Cagliari, e poi la triste scelta di abitare nel vagone dismesso, che da oltre un anno e mezzo è stato sistemato nei piccoli dettagli. Un letto matrimoniale a destra dove Antonio e Patrizia dormono vestiti e con sette coperte, e l’angolo cottura a sinistra. In mezzo mensole e scaffali adattati alle forme tondeggianti del vagone. L’acqua corrente ovviamente non c’è, i due la trasportano in bidoni. Stesso discorso per l’elettricità: per cucinare utilizzano un fornellino a gas. E l’unica fonte di reddito è un doppio sussidio che consente ai due di incassare 150 euro mensili. Poi a inizio gennaio un dramma nel dramma: le Ferrovie dello Sato avevano intimato lo sfratto, che è stato poi prorogato dopo una trattativa con la PolFer. Foto del giornalista Alessandro Congia.











