Dopo Selargius, anche Quartu Sant’Elena si unisce alla lotta contro il progetto di Terna, è nato, infatti il “Comitato di difesa del territorio No Tyrrhenian Link – Quartu Sant’Elena” che affiancherà quello dei “cugini” che, da mesi, protestano in difesa dell’agro dove sorgerà la stazione di conversione. La decisione è stata presa in seguito all’incontro pubblico che si è svolto sabato nella pineta di Marina delle Nereidi, una località che si affaccia sul mare e dove risiedono centinaia di famiglia e una casa famiglia che ospita i bambini. Il motivo che ha scatenato la mobilitazione dei residenti è stato la presenza delle forze di Terna nel tratto di mare di fronte alle case e all’accesso in acqua per i bambini della casa famiglia: un’azione che ha subito destato preoccupazioni a tal punto da richiamare l’attenzione del comitato selargino, già in campo contro la realizzazione del progetto del doppio cavo sottomarino che collegherà Campania-Sicilia-Sardegna, lungo 970 km e con 1.000 MW di potenza.
“La partecipazione all’assemblea pubblica alla pineta di Marina delle Nereidi ha fatto incontrare e confrontare alcuni esponenti del comitato No Tyrrhenian Link con abitanti di Terra Mala, Quartucciu e Quartu. Le preoccupazioni e la necessità di lottare contro l’ennesima imposizione in terra sarda hanno portato le persone presenti a istituire il nuovo comitato.
Saremo sempre di più per fermare i progetti di speculazione che, nel mentre, avanzano imperterriti.
È sempre più chiaro quindi che il Tyrrhenian Link è un problema di tutta la Sardegna e non di una zona specifica. Per questo continueremo a lottare in tutti i luoghi sotto attacco dalle multinazionali e i loro portaborse in politica. Per una cura del territorio diversa, per una produzione e una gestione energetica che parta dalle comunità” ha spiegato il comitato.










