“Se fossi ministro dell’Interno, darei incarico ai servizi segreti di fare un’inchiesta sull’Associazione Nazionale Magistrati, in base alle leggi contro le associazioni eversive”. Con queste parole Francesco Cossiga denunciava il marciume e le degenerazioni paramafiose ed eversive presenti e dilaganti nell’ANM. Per queste e altre parole fu deriso, etichettato come “pazzo” e lasciato solo a combattere una battaglia contro tutto il sistema. Un dovere morale, il suo, a cui non si volle mai sottrarre.
Il Popolo della Famiglia Sardegna desidera ricordare questo grande uomo e politico sardo, soprattutto oggi che anche la magistratura isolana è scossa da intercettazioni che rivelano un altissimo livello di corruzione e di mala organizzazione che è stata capace, negli anni, di far crescere o affossare questa o quell’area politica e di additare tutti come casta quando, oggi è ancora più evidente, erano i giudici la vera e sola casta di intoccabili di questo paese.
Il nostro pensiero va ai tanti magistrati che si sono visti negare incarichi nelle varie procure, lasciando spazio a persone meno meritevoli che occupavano quelle posizioni solo perché sostenuti dai diversi clan che si spartivano le poltrone. Un esempio eclatante è quello di Luciano Tarditi, sostituto procuratore a Tempio Pausania. Tarditi, insieme alla collega Laura Bassani, si è occupato ultimamente della vicenda del ragazzino segregato e maltrattato per mesi in una villetta di Arzachena. Ma è anche colui che, nel 1994, scoprì e denunciò quelle coperture e protezioni dello Stato italiano per chi smaltiva rifiuti, anche radioattivi, in Somalia e in cambio chiedeva armi. Nella vicenda persero la vita la giornalista Rai Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin.
Come Luciano Tarditi, sono diverse le figure che meriterebbero di far carriera e di dare, finalmente, la giusta luce ad una magistratura oramai alla deriva.
Il Popolo della Famiglia Sardegna fa un appello al Ministro Bonafede e a chiunque detenga il potere e la responsabilità di riorganizzare l’Associazione Nazionale Magistrati alla quale apparteneva l’ex pm Luca Palamara, perché vengano assegnati gli incarichi, anche in Sardegna, a chi si è dimostrato concretamente meritevole e capace. Solo così la giustizia italiana potrà essere rivalutata e apprezzata da tutti.











