Ergastolo e un anno di isolamento per Igor Sollai, il camionista 43enne che dopo averlo negato per mesi ha confessato l’omicidio della moglie 42enne Francesca Deidda a San Sperate. Nel corso dell’udienza di questa mattina, il pubblico ministero Marco Cocco, che ha chiesto il carcere a vita per l’imputato parlando di un delitto efferato e sottolineando la gravità delle modalità con cui la donna è stata uccisa e poi nascosta dentro un borsone, sepolto ai margini della Statale 125, non ha presentato repliche. Nessuna dichiarazione spontanea da parte di Sollai. La corte, presieduta da Lucia Perra, si è ritirata in camera di consiglio e poco fa ha emesso la sentenza. i giudici non gli hanno concesso nessuna attenuante.
La difesa di Sollai – affidata agli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba – aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche, richiesta basata sulla condotta processuale dell’imputato, che ha collaborato con le autorità consegnando una documentazione dettagliata sui fatti. Secondo la difesa, inoltre, non c’è stata premeditazione. Gli avvocati di parte civile, Gianfranco Piscitelli, Elisabetta Margini, Roberto Pusceddu e Pamela Marina Piras, hanno chiesto un risarcimento di 800 mila euro a favore dei familiari della vittima.
La morte di Francesca risale a poco più di un anno fa, a fine maggio: dopo averla uccisa sul divano di casa, poi messo in vendita su un sito di articoli usati, Sollai ne aveva nascosto il corpo in un borsone nero da palestra abbandonato fra terra e piante lungo la statale. I resti di Francesca furono trovati il 18 luglio dopo qualche giorno di ricerca con unità cinofile.
Per mesi Sollai ha negato ogni responsabilità, per poi crollare in una lunga confessione notturna a novembre scorso.












