di Paolo Rapeanu
C’è chi il mare lo può vedere e chi lo può immaginare, magari grazie a sensi quali il tatto – per la sabbia e l’acqua –. I non vedenti di Cagliari protestano per il nuovo Poetto con pochissimi parcheggi dedicati, e lo fanno attraverso la voce di Alfio Desogus. Sessantuno anni, cagliaritano doc, è cieco ed è il numero uno della onlus Fish, realtà che tutela i diritti dei disabili: “Sono troppo pochi i parcheggi e non c’è senso civico, la sera e la notte vengono tutti occupati da automobilisti irregolari. Si parte dall’assunto che chi è disabile non ha una vita notturna, assurdo, anche noi abbiamo il diritto di partecipare alla vita e all’animazione del lungomare. Spesso ho provato ad andare a mangiare una pizza, trovando puntualmente gli stalli occupati da chi non ne ha nessun titolo”, dice, arrabbiato, Desogus.
Che fare? Meglio, chi è che deve fare qualcosa? “Non c’è il rispetto delle regole, il Comune deve adoperarsi seguendo le disposizioni di legge per il numero degli stalli, dislocandoli in punti centrali, e attivare una campagna di sensibilizzazione a partire dalle scuole. Siamo tutti uguali e tutti abbiamo bisogno di socialità”.









