La paura non è tanto Pasqua o il primo maggio, sempre se gli spostamenti saranno consentiti. Gli albergatori sardi “temono” la prossima estate. Dopo un 2020 tragico, l’anno nuovo non è iniziato nel migliore dei modi. Tanti hotel sbarrati, e non si sa quando riapriranno: “Abbiamo avuto una crisi totale, perdendo il dodici per cento del fatturato”, spiega Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna. “Ora, speriamo di recuperare qualcosa e che i trasporti diventino efficaci, gli aeroporti devono tornare a lavorare”. Sin qui le speranze. Prima, c’è la cruda realtà: “Il 15 per cento degli hotel sardi non hanno aperto, mai, nel 2020, gli altri per non più di tre mesi”.
E, sulla Sardegna finita in arancione, Mura è netto: “Una cattiva pubblicità per l’Isola, dovuta a un errore. Sicuramente influirà sulle prenotazioni per il 2021. Il 2020 è stato inficiato da una pandemia mediatica, i contagi avvenuti nelle discoteche del nord Sardegna sono stati, in termini di numeri, ridicoli”, osserva. “Ma l’Isola è stata messa alla berlina lo stesso, con danni incredibili. I soldi ricevuti, in termini di aiuti, sono stati altrettanto ridicoli, col click day solo 80 strutture su 900 sono state finanziate. Serve che si ragioni sul merito e la perdita realmente subita, non sulla cronologia di iscrizione: se un albergo è in montagna è penalizzato per la connessione”.










