L’aula magna utilizzata come magazzino. Succede nell’Istituto tecnico Giua di Assemini, dove nell’aula vengono conservati banchi, sedie e materiali di laboratorio dell’Istituto Scano di Monserrato. Il termine previsto per il ritiro dei materiali da parte dei tecnici della Provincia di Cagliari era luglio 2013, ma l’aula resta occupata e inutilizzabile. E per sopperire alla mancanza dell’aula magna, l’Istituto utilizza l’aula della classe 4N come luogo per svolgere le assemblee d’Istituto, e gli altri eventi solitamente svolti in aula magna.
“Una situazione paradossale – sottolineano i giovani dell’Unione degli Studenti Sardegna – che non si limita a questi due casi. Infatti ben tre aule laboratorio sono utilizzate come aule ordinarie per altrettante classi, per le quali non sono disponibili altri spazi adatti. Questo è il modo con cui vengono impiegati laboratori costati parecchi soldi ai contribuenti e che dovrebbero essere a disposizione di tutti gli studenti e le studentesse dell’Istituto. Il disagio presente in questa scuola è legato addirittura alladisponibilità dei servizi igienici: un bagno è inutilizzabile a causa di abbondanti infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto, mentre gli studenti pretendono altri servizi igienici a causa del sensibile aumento degli iscritti in questo anno scolastico. La mancanza di carta igienica è la ciliegina sulla torta. Gli studenti dell’Istituto Giua non meritano di frequentare le lezioni in queste condizioni, pretendono immediate risposte da parte delle Istituzioni. Nonostante i tanti reclami la situazione resta intollerabile.
“Pretendiamo immediati interventi di manutenzione – spiega Rachele Loi, rappresentante degli studenti dell’ Istituto Giua presso la Consulta Provinciale degli Studenti – e un piano per la fornitura di spazi adeguati alla frequentazione delle lezioni, in modo da permettere il corretto utilizzo dei laboratori”.Il 15 novembre scenderanno in piazza insieme agli studenti cagliaritani per pretendere una vita scolastica dignitosa. “Non c’è più tempo per reclami gettati nel cassetto – dicono – ora scenderemo in piazza per i nostri diritti”.












