Il forno crematorio del cimitero di San Michele a Cagliari funziona e lavora, a pieno ritmo, soprattutto negli ultimi tre anni. Tra il 2019 e il 2021, infatti, il trend è in aumento del 18%: vuol dire che, in media, circa 1700 salme sono state cremate e non, invece, chiuse dentro una bara. Nel cinquanta per cento dei casi si è trattato di persone che non vivevano nel capoluogo sardo, e ciò è spiegabile con i pochi forni presenti nei camposanti isolani. Ma il Comune sta cambiando marcia. Come spiegano dagli uffici degli Affari Generali, infatti, “arriverà un nuovo forno gestito da privati. I cittadini pagheranno sempre le stesse tariffe proposte dall’amministrazione comunale, ma tutti i soldi andranno ai gestori”. Ed eccole, le tariffe: 333,07 euro per un residente, 475,82 per chi non viveva in città, 356,86 in caso di feti e 158,60 per pezzi di un cadavere. La mossa studiata dagli uffici vuole portare, nelle intenzioni, “a velocizzare le cremazioni. Oggi, ci vogliono circa quarantacinque minuti a cremazione, col nuovo forno sarà tutto più rapido”. E il Comune, dunque, ha preferito chiamare in causa un privato, probabilmente anche per un fatto d’esperienza.
L’assessora comunale con la delega ai Servizi Cimiteriali, Rita Dedola, spiega: “La scelta della cremazione è sempre personale, ognuno sceglie se fare la classica tumulazione con bara o avere solo le ceneri del proprio caso. Per ora nel cimitero c’è ancora spazio”, ma presto partiranno i lavori per realizzare mille nuovi loculi.












