La carta d’identità è l’unica prova che Al Bano abbia davvero 80 anni. Uno dei cantanti simbolo dell’Italia in tutto il mondo infiamma le centinaia di fan dell’auditorium del Conservatorio di Cagliari. Da “Felicità” a “È la mia vita”, più l’immancabile omaggio a Lucio Dalla con “Caruso”, Al Bano tiene il palco da grande re della musica. Cappello, foulard e corde vocali ancora al top. Non ha bisogno di un coro, ci pensano i fan ad accompagnarlo ad ogni ritornello. E lui concede un lungo bis alla fine, quando “Felicità” viene riproposta più volte, prima con le due coriste, poi con un mega assolo del chitarrista e con il supporto della violinista. Offre rose alle fan in delirio, e l’età media in platea, a occhio, è di 40 anni. A riprova che certe canzoni del cantante di Cellino San Marco sono penetrate tra le generazioni e ormai sono classificabili come evergreen.
“La gioia e l’allegria devono sempre esserci, sennò è come mangiare una minestra senza sale”. Al Bano è di casa in Sardegna: “Una regione stupenda con un popolo meraviglioso. Vorrei vivere qui un lungo periodo”, confessa in camerino, a concerto concluso, prima di firmare tanti altri autografi ai fan che lo attendono tra l’ingresso e piazza Porrino. “Io non forzo nulla, vengo dove mi chiamano perché so che hanno voglia e piacere di sentirmi”, dice, rispondendo alla domanda sull’assenza di spazi per i grandi eventi nel capoluogo sardo. Lui, Al Bano, capace di riempire palazzetti e di far cantare tutti, dai bambini agli anziani, sa che ha ancora molto da dare al mondo della musica e della canzone italiana. E, se la felicità può essere davvero raggiunta da un bicchiere di vino con un panino il problema non può essere, almeno per lui, “dove esibirsi”, tanto è acclamato ovunque, dai più piccoli ai più grossi palcoscenici. Certo, se poi davvero vorrà venire a vivere in Sardegna, sa perfettamente che nella terra dei nuraghi lui è sempre un ospite molto gradito.








