Dal 20 al 24 febbraio cinque giornate incontri con i registi, proiezioni di film, documentari, musica, teatro e fotografia al Teatro Massimo di Cagliari. Fawzi Ismail: “Quest’anno il Festival internazionale di cinema organizzato dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina festeggia il ventesimo anniversario”.
Dal 20 al 24 febbraio gli spazi del Teatro Massimo di Cagliari ospitano la ventesima edizione di Al Ard Film Festival, il festival internazionale di cinema e cultura arabo palestinese organizzato e promosso dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina. Cinque giornate di proiezioni di film, documentari, incontri con i registi, musica, teatro e fotografia per parlare di diritti umani, cultura, ambiente, pace, guerra, guerra, profughi e interscambio culturale. Le proiezioni sono in programma tutti i giorni, dalle ore 15 alle 22, a partire da martedì 20 sino a sabato 24 febbraio: l’ingresso è libero e gratuito. Un traguardo straordinario, che rende il festival Al Ard (in arabo=la terra) uno dei festival sul mondo palestinese e arabo più longevo d’Italia, che per tanti anni ha dato l’opportunità al pubblico di conoscere la cultura e gli abitudini e le problematiche politiche del mondo arabo da diversi punti vista, grazie all’impegno e agli sforzi dei soci dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina. Ne abbiamo parlato con Fawzi Ismail, palestinese, presidente dell’associazione, medico radiologo, che vive e lavora a Cagliari ormai da tanti anni e che da sempre segue questo progetto.
Ventesimo anniversario per Al Ard Film Festival: per 20 anni a Cagliari questa iniziativa ha fatto conoscere la cultura del mondo arabo a tantissimi studenti e cittadini sardi, disseminando la cultura della pace contro la guerra, contro tutte le guerre. Un bilancio su questo straordinario traguardo.
Fawzi Ismail: “Vent’anni fa – anche di più, perchè siamo partiti nel 2002 con una rassegna di cinema – abbiamo avviato questo progetto con l’intento di aprire una finestra sul Medio Oriente, sulla questione palestinese, sulla cultura, sulla politica del mondo arabo e, soprattutto, sulla sofferenza del popolo palestinese che dura oramai da molto tempo. Volevamo offrire al pubblico sardo la possibilità di conoscere, tramite il linguaggio cinematografico, diversi aspetti della questione palestinese e dei Paesi arabi che è difficile comprendere a distanza, anche a causa della scarsa informazione giornalistica su tutte quelle realtà. Grazie sicuramente alla tenacia dell’Associazione amicizia Sardegna Palestina e dei suoi soci e collaboratori, che in tutti questi anni hanno dato un grande contributo per portare avanti senza sosta questo progetto, siamo riusciti ad arrivare a questo traguardo che fa onore a noi tutti, anche al pubblico sardo e non solo, che ha accolto con grande entusiasmo ed interesse la nostra rassegna. Ogni anno vediamo crescere la partecipazione ad Al Ard Film festival, con tantissimi studenti e spettatori.”

Al Ard Film Festival quest’anno si apre in un momento storico particolare, caratterizzato dall’inasprirsi, dopo il 7 ottobre 2023, del conflitto tra Israeliani e Palestinesi, che ha segnato la morte di migliaia di bambini e donne. Qual è il messaggio che il Festival vuole mandare, qual è il il senso di fare oggi un Festival dedicato alla questione palestinese?
Fawzi Ismail: “Questa ventesima edizione cade quest’anno in un momento molto drammatico per il popolo palestinese e per l’umanità intera: anche il nostro Festival ha sentito, di riflesso e direttamente, le conseguenze dell’aggressione israeliana contro la popolazione palestinese nella striscia di Gaza. Il conflitto ha impedito la partecipazione di molti registi e autori palestinesi, che spesso negli anni sono stati nostri ospiti a Cagliari. Molti di loro sono stati uccisi e non potranno più partecipare ad Al Ard; altri registi invece non hanno avuto la possibilità di iscriversi quest’anno al festival a causa dei bombardamenti e per la mancanza di connessione ad Internet. Anche diversi giornalisti che collaborano con noi per far conoscere il festival in Palestina sono stati uccisi o non possono più lavorare per via dell’aggressione israeliana in corso”.
Il cinema, come sappiamo, rappresenta l’occhio di registi e artisti che, in maniera profonda, guardano la realtà da dietro una telecamera. Oggi è ancora più difficile raccontare il mondo arabo e la realtà palestinese e quindi rappresenta ancora di più un’occasione per tutti i popoli oppressi per far sentire la propria voce. Al Ard lo fa da venti anni, raccontando storie che spesso l’Occidente non vuole o non riesce a raccontare.
Fawzi Ismail: “Il cinema è uno strumento potentissimo per narrare storie vere, per parlare di politica, delle sofferenze dei palestinesi ma anche per far conoscere la cultura araba in tutto il mondo occidentale. Oggi, vista la situazione drammatica a Gaza, sembra essere ancora più importante raccontare quello che succede, perché anche i giornalisti fanno fatica ad entrare e a documentare cosa accade quotidianamente. Lo sguardo dei registi riesce a far riflettere sulle condizioni di oppressione in cui i palestinesi, ma non solo loro, vivono da molti anni; attraverso la telecamera autori e registi ci hanno raccontato, con le immagini, di diritti negati, di guerra e di violenze. Ma anche di tematiche come la colonizzazione, lo sfruttamento dei popoli e della terra, la distruzione dell’ambiente: per questo, dall’anno scorso, nelle giornate del Festival abbiamo aggiunto una rassegna dal titolo Sa terra!, una sezione che vuole essere una finestra sul mondo sardo raccontato dai registi locali che indagano su temi molto vicini a quelli palestinesi, un punto di contatto che unisce due popoli che lottano con forza per affermare i propri diritti e la propria dignità”.













