Nuove contestazioni nell’udienza preliminare sul caso Aias: la Procura ha aggiunto alle accuse di peculato, frode in pubbliche forniture, falso in atto pubblico e indebita percezione di erogazioni pubbliche, anche quelle di bancarotta e autoriciclaggio, ipotizzando condotte illecite protrattesi fino al 2023. Gli imputati, i fratelli Vittorio, Anna Paola e Alessandra Randazzo, ai vertici delle associazioni Aias, della Fondazione Stefania Randazzo, di Aias Sardegna e della cooperativa sociale Senecta, sono accusati di aver trasferito ingenti somme ad altre società riconducibili al gruppo. Le somme ricevute dalla Regione Sardegna, destinate come corrispettivo per le prestazioni erogate, non sarebbero state utilizzate per il pagamento degli stipendi dei dipendenti, ma per coprire mutui e altre spese di gestione.
Queste azioni avrebbero aggravato lo stato di insolvenza delle associazioni coinvolte, fino a condurre al ricorso al concordato preventivo. Il gup del tribunale di Cagliari, Giuseppe Pintori, dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Andrea Vacca. Sono state ammesse 200 parti civili, tra cui numerosi lavoratori ed ex lavoratori, dopo l’accoglimento quasi totale delle istanze di costituzione. Le difese hanno respinto le accuse. La prossima udienza è fissata per maggio.












