Le promesse sono rimaste tali, e pian piano si sono sciolte come neve al sole. I ristori per gli agricoltori sardi in crisi dopo mesi di torrida siccità e che, in qualche caso, hanno anche vissuto la beffa di un vortice di maltempo tanto rapido quanto devastante per le loro aziende? Non sono mai arrivati e, a settembre inoltrato, la stagione autunnale è bella che compromessa. Il periodo della semina è già partito, ma i semi vengono bruciati dal sole che non trova più l’ostacolo delle serre, per Anna Maria Schirru, imprenditrice agricola di Villaspeciosa: “Solo per la struttura i danni superano gli ottantamila euro, in totale si arriva a 150mila. Non posso effettuare nuovi trapianti di pomodori, avrei dovuto iniziare a metà ottobre ma sono ancora ferma e i tempi sono strettissimi”, spiega. Ogni giorno che passa sono mancati incassi in meno: “Le piante stanno continuando a morire, dalla Regione stanno ancora facendo i sopralluoghi per le aziende che, come la mia, sono state devastate dal tornando di metà agosto. Posso solo confidare in questi aiuti economici, l’ottanta per cento dei miei terreni sono rovinati e inutilizzabili”.
Marco Pinna da Gonnosfanadiga è stato graziato dal violento temporale di un mese fa, ma è stato prosciugato, in tutti i sensi, dalla siccità: “Ho un allevamento di maialini, ad agosto ho lavorato solo una settimana e poi mi sono dovuto bloccare. L’energia, ma non solo, ha raggiunto prezzi da capogiro. Addirittura i cereali che mangiano i miei animali sono aumentati di prezzo, tanto che ho dovuto fare tanti debiti che non so come ripianare”, confessa. “La scusa per giustificare i rialzi utilizzata da tutti è quella della guerra in Ucraina, ma intanto sto attendendo ancora i 23mila euro di ristori promessi dalla Regione Sardegna, non certo da Kiev o Mosca. I pozzi che utilizzavo per dissetare i maiali sono danneggiati e ormai quasi secchi. A 36 anni, ogni giorno, mi chiedo che cosa ne sarà di me e della mia famiglia”.











