“Casini, Casini, non ce ne sono più: sono rimasti tutti a piazza del Gesù”. Il coro si levava per le strade di Cagliari, a San Benedetto, nella notte del 1981, era la gente che festeggiava, erano le donne in festa: con Casini si intendeva sia Pierferdinando che i casini veri, quelli della vita. Pensate che, allora, dire “casino” era una parolaccia. Oggi possiamo dire con certezza che se in Italia le donne possono abortire e se è consentito il divorzio, lo si deve quasi totalmente a lui. Se fu fermata la realizzazione di enormi centrali nucleari in Italia, fu ancora una volta per un referendum promosso da lui. L’uomo che ha cambiato l’Italia col vento contro, e con un coraggio vero. Sino a farci conquistare i diritti civili.
Addio a Marco Pannella, lo storico leader Radicale è morto oggi all’età di 86 anni. A Cagliari si ricordano alcuni comizi esaltanti, uno in particolare in piazza Giovanni, dove arringava la folla parlando di concetti che a quei tempi erano rivoluzionari: nei primi anni Ottanta, essere Radicali significava davvero essere all’opposizione della Dc o dello stesso Pci. Ma Pannella riuscì a vincere quei referendum storici: sono passati appena 35 anni, eppure prima di allora il divorzio non era sancito da una legge.
Pannella lascia un tesoro che non morirà mai, fatto di battaglie vere: gli scioperi della fame, le proteste clamorose che mai avvenivano per caso, un politico vecchio stampo che non si arrendeva mai. Se ne è andato con il sorriso delle sue ultime foto su Fb, pochi giorni fa, in compagnia dell’amico Vasco Rossi nella sua casa di via della Panetteria a Roma. Era malato di cancro da tempo, ma continuava a pensare e sorridere, lo ha fatto sino all’ultimo. La ricerca scientifica, il diritto alla vita: si batteva per traguardi veri, non per occupare semplicemente poltrone e spartirsi soldi e incarichi, come i politici di oggi. Forse sarà per questo che non è mai stato alla guida del Paese: troppo rivoluzionario per un’Italia bacchettona e democristiana.












