In lei c’era innanzi tutto una sensibilità di donna difficile da trovarsi altrove. L’amore sconfinato per la sua famiglia, per i nipotini, per l’alveo rassicurante del suo privato, noto solo a chi l’ha frequentata da vicino e ne ha conosciuto i gesti più intimi, le note segrete del suo carattere, erano i primi veicoli per capirla.
Rosa Bianca Rombi era una donna di quelle non comuni, infatti, al di là e al di fuori della sua immagine pubblica così fiera, compatta, signorile. Chi come me ha avuto da lunga data il privilegio di frequentarla e di lavorare con lei, non può oggi non piangere una perdita davvero irreparabile. Per la poesia aveva una passione vissuta quasi come una militanza: presidente dell’Endas, attraverso I territori della Poesia, in collaborazione con l’Università e la Cedac, aveva ospitato a Cagliari, in sale prestigiose, in teatro e nei Licei, i più grandi poeti contemporanei, da Luzi a Giudici, da Pecora a De Angelis, Frabotta, Spaziani, Bellezza, Loi, e innumerevoli altri. Con la sua bella voce calda li presentava e leggeva loro versi, poi li intervistava e ne interpretava il senso, coadiuvata da innumerevoli esperti di letteratura, cui si affiancava con competenza ed arricchiva l’ascolto. Numerosi poi i cicli interpretativi di autori scomparsi: Montale, D’Annunzio (di cui curò una bellissima mostra fotografica), Penna, Alda Merini, Szymborska.. A Cagliari, si può dire senza dubbio, non c’è un altro riferimento culturale di poesia come quello creato da Rosa Bianca, che instancabilmente e con rigore ha saputo divulgare la parola poetica in modo accessibile e fruibile.
Gli incontri sono stati tanti e sempre più numeroso il pubblico, anche per quella sua capacità d’intessere relazioni con le persone, con privilegiati percorsi, perchè era davvero molto difficile resistere al suo fascino, alla sua intensa espressività, che era esaltata dalla bellezza dei suoi tratti, inalterati dal tempo. La melanconia però l’assaliva, spesso velava il suo sorriso, provocata dall’intensità dei suoi sentimenti, dalla percezione profonda del male di vivere, che attraversava lei come tutte le anime sensibili. Forse questo aspetto l’ha logorata prima del tempo, sebbene circondata dall’amore dei suoi cari e dalle tante amicizie sincere che nascevano spontaneamente intorno a lei. Questa era una delle poesie da lei più amate, che oggi suona ancora più veritiera:
Assenza
Più acuta presenza.
Vago pensier di te
Vaghi ricordi
Turbano l’ora calma
E il dolce sole.
Dolente il petto
Ti porta,
Come una pietra
Leggera.
(Attilio Bertolucci)
Dopo lo sgomento della sua perdita, bisognerà trovare il coraggio per ricordarla meglio, tra quanti l’hanno amata.













