Barbara Figus, coordinatrice sarda Popolo della Famiglia, ha trasmesso una nota sulla proposta di legge dell’ on. Mandas in merito ai medici obiettori di coscienza riguardo all’aborto.
“Come Popolo della Famiglia, esprimiamo la nostra ferma opposizione alla proposta di legge depositata qualche giorno fa in Consiglio Regionale, a firma dell’on. Gianluca Mandas (M5S), che mira di fatto all’allontanamento dei medici obiettori di coscienza dagli ospedali della Sardegna. Una proposta che, al di là delle dichiarazioni di principio, rappresenta un attacco diretto alla libertà di coscienza, alla dignità della professione medica e al diritto costituzionalmente garantito all’obiezione.
In uno Stato di diritto, la libertà di coscienza non è un privilegio, ma un fondamento irrinunciabile della convivenza civile. Colpire i medici che si rifiutano di compiere atti contrari al giuramento di Ippocrate e alla loro coscienza equivale a criminalizzare la coerenza etica, trattandola come un ostacolo da rimuovere.
I medici obiettori non negano diritti: affermano il valore della vita, sin dal concepimento, e scelgono ogni giorno di curare, accompagnare e salvare. Sono professionisti che non si sottraggono ai loro doveri, ma rifiutano – nel rispetto della legge 194/78 – di partecipare a pratiche che ritengono distruttive della vita umana. La stessa legge 194, tanto invocata da chi propone questa misura, riconosce esplicitamente l’obiezione di coscienza come diritto del personale sanitario.
Chiedere di “mandarli via” significa scegliere la strada dell’intolleranza, della discriminazione ideologica, della sanità intesa non più come cura ma come sistema burocratico piegato a logiche ideologiche.
La Sardegna non ha bisogno di leggi punitive, ma di politiche di vera accoglienza, che sostengano le donne in difficoltà, promuovano alternative concrete all’aborto e valorizzino il ruolo dei medici come difensori della vita, non come esecutori di ordini.
Difendere gli obiettori significa difendere una sanità umana e rispettosa delle coscienze.
Perché ogni vita conta. Sempre”.











