Croceristi a Nora,un centinaio in tutto ,ma la cultura dell’accoglienza non può bastare. Ci sarebbe bisogno del turista che per arrivare a Nora passa da Pula ,quello che si ferma a bere un aperitivo, quello che chiede dove si puo’ andare a mangiare pesce fresco,quello che vuole assaggiare piatti tipici , quello che fa due chiacchiere con la gente, quello che visita il museo,quello che la sera dopo che rientra dal mare ,passeggia per le vie del paese senza mai annoiarsi. Quello che va via felice, quello che racconta all’amico e poi ritornano insieme. I croceristi ce li portano sino a casa , ma con un pacchetto striminzito ,biglietti ridotti e null’altro, un po’ di anni fa si ricevevano con accoglienze indimenticabili ,gruppi folkloristici ,balli ,aperitivi assaggi di pietanze antiche. Quest’anno è stato proposto un coffee break, ora nemmeno quello ,una visita veloce verso la torre del Coltellazzo a sinistra del sito, e a destra per i resti romani, dell’antica civiltà ,e subito il rientro verso Cagliari.
Ma gli altri ,quei turisti che ci aiutano ad affrontare l’inverno in modo piu’ sereno ,dove sono? Come ci trovano? Come fanno a sapere che esistiamo? Se dall’aeroporto a nora , nella strada 195 l’Anas si è dimenticato di mettere la segnaletica,se un turista straniero che va a Villasimius neanche sa che esiste Nora,la pubblicità è un optional e la Sardegna ne risente.













