di Paolo Rapeanu
Tony Di Giovanni, 51 anni, tre anni fa tira fuori molti soldi per aprire e gestire l’unica osteria presente a Castello, in via Lamarmora. Trentasei mesi dopo, non si dice pentito della scelta fatta, ma anche lui lamenta una serie di difficoltà pari a chi deve fare uno slalom gigante ma non ha mai messo prima ai piedi un paio di sci: “Il dramma maggiore è che tutto Castello ha bisogno di rinascere, e solo le istituzioni possono compiere questo passo imporante. I turisti, quando riescono ad arrivare sin qui visto che gli ascensori sono guasti, notano la meraviglia del rione ma anche l’assenza di servizi. Non c’è un bancomat o un bagno, molti mi chiedono la cortesia di utilizzare quello del mio locale”, afferma Di Giovanni. E lui, ovviamente, non dice mai di no.
“Siamo lasciati soli al nostro destino, commercianti o residenti non fa differenza. Paghiamo tutti le tasse e passeremo un Natale tra difficoltà e carenze. Beati i negozianti delle vie dello shopping, qui sono fioccate solo mille promesse, tutte quante non mantenute”.











