Ha destato molto clamore la notizia del suicidio di un ottantenne in carcere di rientro, sembra, da un permesso trascorso con la sua famiglia.
Perché a 80 anni si resta ancora in carcere? Ai microfoni di Radio CASTEDDU parla Maria Grazia Caligaris dell’Associazione Socialismo Diritti Riforme: ” Questo è uno dei paradossi del nostro sistema penitenziario, purtroppo in Italia ci sono tante norme ma difficilmente queste si sposano con la razionalità e soprattutto quando si ha a che fare con dei poveri diavoli. A prescindere dalle responsabilità penali che quest’uomo aveva è evidente che una persona di 80 anni debba poter scontare la propria pena in una situazione ben diversa da quella di una struttura penitenziaria. Ci sono misure alternative anche se non si vogliono concedere gli arresti domiciliari.
Abbiamo necessità di strutture piccole, in grado di rispondere ai bisogni delle persone chiamate a scontare una pena: l’idea del luogo dove chiunque che commette un reato debba scontare necessariamente la pena in carcere è una visione molto discutibile sotto il profilo della funzionalità”.
Caligaris aggiunge che “gli ultimi carceri sono costruiti in modo tale che vengano letteralmente esclusi dalla società, ubicati in zone isolate. La pena deve consistere nella riformazione, nel dare la possibilità a chi ha commesso un errore, se pure grave, di potersi riabilitare, inserirsi socialmente soprattutto attraverso gli affetti e il lavoro”.








