Da Dolianova a Barumini, “migliaia di ettari occupati abusivamente”

La protesta del gruppo di Intervento Giuridico: “territori enormi occupati illegittamente da privati, firmate contro l’editto delle chiudende in Sardegna”


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di Stefano Deliperi- ambientalista

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (30 gennaio 2017) una specifica istanza ad alcuni Comuni della Sardegna che vedono migliaia e migliaia di ettari di terreni a uso civico occupati illegittimamente da Privati per l’adozione delle necessarie azioni di recupero ai rispettivi demani civici (art. 22 della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.).

 

I Comuni interessati sono CabrasLotzoraiAlà dei SardiPorto TorresDolianovaCarloforteBarumini Posada.

 

Coinvolta anche la Regione autonoma della Sardegna (Presidenza, Assessorato dell’agricoltura, Agenzia Argea Sardegna) per l’esercizio dei poteri sostitutivi in caso di inerzia comunale, informate per gli accertamenti e i provvedimenti di competenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna e il Commissariato per gli Usi Civici per la Sardegna.

 

Attraverso un’analisi dei dati pubblici dell’Inventario generale delle Terre civiche, è stato possibile verificare un’ampia casistica di terreni appartenenti ai rispettivi demani civici, ma occupati senza alcun titolo da Privati

 

 

In Sardegna sono stati accertati demani civici in ben 236 Comuni sui 377, in altri 120 il provvedimento di accertamento è pronto, ma non è stato promulgato (in 21 Comuni non sono stati riscontrati diritti di uso civico), complessivamente 4-500 mila ettari.

 

 

Naturalmente anche in tanti altri Comuni sardi si riscontrano analoghe situazioni, da Orosei a San Gavino Monreale, da Portoscuso a Baunei, ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

 

Fra i casi più rilevanti vi sono gli oltre 550 mila metri quadri di bosco e macchia mediterranea di Bricco Nasca, a Carloforte, le decine di lotti nella località costiera di Tancau, a Lotzorai, i circa 150 mila metri quadri intestati alla società estrattiva Industriale Monte Rosè a Porto Torres.

 

Singolare quanto accaduto sulla costa di Posada: oltre 550 mila metri quadri intestati a una società immobiliare (la Lagare s.p.a.di Como) a Monte Orvile, vennero venduti illegittimamente (i terreni a uso civico non sono alienabili, se non dopo sdemanializzazione e autorizzazione regionale) con atto del 26 marzo 1964 rogato presso la Prefettura di Nuoro, recentemente (2013) ricomprati dal Comune, dopo varie vicissitudini e rischi speculativi.   Tuttavia non sembrano rientrati nel demanio civico.   Sempre a Posada, tanti piccoli lotti risultano occupati da Privati sulla costa di San Giovanni – Sos Palones.

 

E ancora: decine e decine di ettari di pascoli e bosco a uso civico intestati a Privati ad Alà dei Sardi (centinaia di ettari di boschi a uso civico sono stati venduti all’allora Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna) e ben 12.382.732 metri quadri ceduti in diritto di superficie dal Comune per la realizzazione della centrale eolica della Geopower s.r.l. – Falck Renewables.    L’operazione è stata legittimamente autorizzata?       I diritti di uso civico dei residenti sono stati tutelati?

 

Sulle colline e i monti (loc. PillonadorisMonti MannuPadentinoSa Mitza e s’Iixi e altre) di Dolianova risultano parecchi ettari di terreni a uso civico intestati a Privati senza alcuna spiegazione, mentre nel Sinis di Cabras non si contano iterreni appartenenti al demanio civico con intestazione a Privati: da Is Aruttas a Mari Ermi, da Mistras San Giovanni di Sinis, da Funtana Meiga S’Acqua Mala, ad Acqua Durci – Sa Concullia Ogai. Svariati ettari di terreno agricolo appartenenti al demanio civico di Barumini (ma in territorio comunale di Las Plassas) risultano anch’essi intestati a Privati.

 

 

Finora non si ha notizia di alcuna attività comunale o regionale finalizzata al recupero dei terreni a uso civico occupati senza titolo da Privati.

 

Anzi.

 

Come noto, infatti, ormai sta procedendo da tempo la pesante offensiva istituzionale dei vertici della Regione autonoma della Sardegna contro le terre a uso civicosdemanializzazionioccupazioni abusive ignorate, mancata dichiarazione pubblica di demani civici accertati sono le principali direttrici di attacco ai danni dei patrimoni collettivi di centinaia di centri piccoli e grandi dell’Isola.

 

Un nuovo Editto delle Chiudende, come il provvedimento che nella prima metà dell’800 dette inizio alla privatizzazione dei grandi demani collettivi sardi.

 

L’attuale situazione è descritta puntualmente nell’articolo Diritti di uso civico e demani civici in Sardegna, ecco coma la Giunta Pigliaru vuole realizzare il nuovo Editto delle Chiudende (2 gennaio 2017).

 

Chi ci guadagna?  Riscontri elettorali, imprese industriali, piccoli e grandi abusi (forse anche di qualche amministratore pubblico), grandi imprese immobiliari (soprattutto lungo la costa orientale).

 

Chi ci perde?  Le tante collettività locali sparse in tutta la Sardegna (in tre quarti dei Comuni sono presenti terre a uso civico), a cui vengono sottratti coste, pascoli, boschi senza nulla in cambio.   Tutti noi per quanto concerne il valore ambientale dei demani civici.

 

Nessuna trasparenza regola queste operazioni, per esempio l’ultima legge regionale n. 26/2016 che ha introdotto nuove forme di sdemanializzazione delle terre civiche è stata approvata in quattro e quattr’otto di notte, senza alcuna pubblicità né vergogna né giustificazioni plausibili.

 

Su sollecitazione di tanti cittadini – oltre alla campagna permanente legale e di sensibilizzazione – il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus propone una petizione popolare al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru con richieste semplici e dirette: l’abrogazione della legge regionale n. 26/2016 di sdemanializzazione delle terre civiche (da proporre al Consiglio regionale), la promulgazione dei 120 provvedimenti di accertamento di altrettanti demani civici che dormono nei cassetti regionali da più di 4 anni, l’avvio delle operazioni di recupero delle migliaia di ettari occupati abusivamente.

 

Bisogna far sentire la propria voce, bisogna far sentire la volontà dei cittadini, in poco tempo più di 900 persone hanno messo la loro firma per difendere i demani civici: firma anche tu e fai firmare la petizione in difesa delle terre collettive!

 

Si può firmare qui: Petizione contro il nuovo Editto delle Chiudende!

 


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