La zona arancione fa sfumare totalmente il “sogno” dei titolari di agriturismo e ristoranti tipici di poter incassare qualcosa a Pasqua e a Pasquetta. Come per il 2020, infatti, il Covid “ammazza” anche le festività pasquali. la Coldiretti è stata chiara: “La Sardegna in zona arancione costa un milione di euro agli agriturismi”. Lo sa bene Paolo Lepori, ristoratore di Dolianova che, in un lungo post su Facebook, ha sfogato tutta la sua rabbia per l’improvviso, e decisamente inaspettato, ritorno in zona arancione: “Per l’ennesima volta ti casca il mondo addosso (Pasqua 2020, Natale e Capodanno 2020, Pasqua 2021 e in mezzo il deserto) La mia premessa è che la salute viene prima di tutto. Quindi se dobbiamo stare chiusi ok, stiamo chiusi. Però per dirla proprio tutta io mi sono sentito molto più esposto al virus al supermercato che nella sala del mio ristorante. Abbiamo distanziato un bel po’ i tavoli. Facevamo sempre osservare la regola della mascherina quando gli ospiti si alzavano dal tavolo, ma per l’esperienza che ho avuto da parte degli ospiti c’è stata un’accettazione completa delle regole. Noi indossavamo mascherine certificate. Ci sentivamo tranquilli, l’ospite era tranquillo. Non credo che fossimo una categoria a rischio. Insomma, in generale la nostra categoria non è stata proprio considerata nonostante gli sforzi che le associazioni di categoria hanno fatto per avere un dialogo con i ministeri. E dietro di noi c’è un’intera filiera che soffre, quella dei produttori e degli artigiani, degli agenti di commercio, dei distributori. Famiglie senza stipendio da mesi. Un altro danno, insomma, a una categoria che ormai da un anno è stata completamente massacrata”.
“Con la nuova normativa avevo a disposizione 147 posti distanziati di due metri e tavoli da 6 persone distanziare nel tavolo ad un metro”, spiega il ristoratore. “Pieno Pasqua e Pasquetta e 102 persone sicure per il giorno 28 marzo sempre a pranzo”. Ora, però, sarà nuovamente deserto. E disperazione.












