“Una comunità che sa reagire, un intero popolo che dice no”: si è conclusa con successo “Tottus Impari”, svariate iniziative per ripartire, “tutti insieme”. Il dramma del femminicidio di Francesca Deidda, che ha sconvolto la comunità, non viene di certo dimenticato, anzi: si lavora affinché la sua memoria rimanga sempre viva, come il gelso bianco piantumato in suo onore. Una cerimonia simbolica quella che si è svolta sabato scorso, in via Ollastu, un’area dedicata solo agli alberi “in ricordo di persone che in qualche modo hanno lasciato un segno o hanno coinvolto la comunità” ha spiegato il sindaco Fabrizio Madeddu.
E sono stati gli uomini che, con pala in mano, hanno coperto le radici di terra, proteggendole dalle intemperie, dandogli, così, il modo per vivere, svilupparsi e crescere. Tra loro anche Gianfranco Piscitelli, l’avvocato del fratello di Francesca, sempre in prima linea per combattere la violenza contro le donne. Tra gli eventi anche un concerto, le parole cantate, “mamma, non piangere le mie ceneri. Se domani tocca a me, distruggi tutto, voglio essere l’ultima”, hanno invocato a squarcia gola la volontà di mettere fine alla piaga che macchia di rosso, di sangue, pelle e vestiti di chi ha dato amore a chi, invece, niente meritava.
Durante la due giorni all’insegna della solidarietà, l’impegno comune, la speranza e la riflessione verso una tematica tristemente attuale, si è svolta anche la cerimonia di consegna alla comunità, da parte dell’Associazione Culturale Classic Team e dalla Proloco, di un defibrillatore di ultima generazione.
Presso la piazza Parrocchia, in presenza del sindaco e del parroco don Antonio Cirulli, è stata collocata l’apparecchiatura salvavita, “con l’auspicio che venga utilizzata il meno possibile”. Un “grandissimo contributo nel rendere il nostro paese maggiormente cardio-protetto e dotato di queste specifiche attrezzature in grado di essere d’aiuto a chi si dovesse trovare in una situazione di grave pericolo per la propria salute”.
La voglia di reagire, quindi, di far valere l’identità di un popolo conosciuto per l’arte, la cultura e l’impegno nel sociale, una comunità che piange e che non si vuole sottomettere alla disumanità che, con capacità e caparbietà, vuole combattere, affinché non accada più.











