Lavoro e residenza alle donne vittime di violenza. È la proposta presentata stamattina da un gruppo di consiglieri comunali. È tutto contenuto in una mozione, votata la settimana scorsa in aula, che chiede azioni concrete e politiche di sensibilizzazione contro i fenomeni che promuovono le differenze di genere e campagne sul tema nelle scuole cittadine.
Sì anche alla sensibilizzazione nelle scuole cittadine della diffusione di laboratori di educazione socio-affettive e al potenziamento dei centri antiviolenza. Chiesti anche nuovi programmi di assistenza (anche dismissione dalle strutture protette) e misure di accompagnamento al lavoro per le donne vittime di violenza di genere e la destinazione di parte del patrimonio pubblico dismesso all’apertura di nuovi centri antiviolenza.
Le misure concrete saranno elaborate e definite nei prossimi mesi dalla commissione Pari opportunità.
“Stiamo facendo un lavoro di squadra”, ha dichiarato Monia Matta, Psd’Az, “sfruttando diverse competenze. È importante la prevenzione e agire su scuola e famiglia. Perché violenti non si nasce, ma si diventa”. Anna Puddu, Progressisti sardi, chiede “di favorire l’inserimento abitativo e percorsi di inserimento nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza”.
Rosanna Mura, Pd, ha sottolineato che la violenza sulle donne “produce effetti devastanti sulle famiglie e coinvolge anche minori”. Filippo Petrucci, Rossomori e Matteo Massa, Progressisti sardi, hanno ribadito la necessità di una legge per la doppia preferenza di genere in Consiglio regionale. Durissima in proposito l’assessora alle Attività produttive Marzia Cilloccu, che ha denunciato “la mancanza di apertura mentale e culturale dei consiglieri regionali” che ha prodotto un numero “ridicolo” di donne nell’assemblea regionale di via Roma. L’assessore alle Politiche sociali Ferdinando Secchi ha sottolineato “i dati allarmanti in Sardegna su stalking e femminicidi”.
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