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Carlo Trois, da decenni, è il numero uno di una gelateria tra le più famose di tutta la città. Il numero di gelati venduti, però, è calato e anche di molto negli anni: “Ci salviamo grazie ai clienti storici, ma qui non viene più nessuno a passeggiare. I giovani escono la sera e la notte, il movimento arriva non prima delle ventidue. Era meglio prima, quando si poteva parcheggiare l’auto su entrambi i lati, oggi siamo una via di scorrimento”, osserva, sconsolato, il gelataio. Che bolla come “stupida” l’idea di aprire attività uguali quasi una vicino all’altra: “Non siamo in una zona di grande passaggio o turistica, non ha senso”.
“Gli affari, in generale, sono calati del trenta per cento. L’illuminazione non c’è, la notte ci trasformiamo in una strada di periferia”. A pochi metri dai tavolini esterni c’è la “striscia” della pista ciclabile: “Sono stato ciclista, andare in bici è bello. Per come sono state fatte in città sono pericolose e ci passano in pochissimi. Non servono a niente”.
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