Sono scesi in campo, per l’ennesima volta, gli operai, supportati dalle istituzioni locali, al fine di proseguire la protesta contro la chiusura degli impianti: in gioco c’è non solo il posto di lavoro bensì una realtà produttiva insita nel territorio da decenni e che, se dovesse chiudere, segnerebbe la fine, l’ennesima, di un polo industriale nell’isola. Le segreterie confederali e di categoria, pochi giorni fa, sono intervenute per fare sintesi del percorso svolto nel tavolo tecnico sul quale si è espresso tutto il disappunto per la mancanza dei risultati auspicati. “L’obiettivo del tavolo tecnico è e resta quello del riavvio completo di tutti gli impianti, San Gavino compreso, durante l’intero periodo di riconversione industriale, con la realizzazione da parte del governo di quelle condizioni necessarie per consentire all’azienda di produrre in modo competitivo in linea con gli competitor Europei”.
Nella relazione delle segreterie è stato fatto presente come vi sia la necessità, a questo punto, che l’intera trattativa debba essere elevata di livello come responsabilità sia di governo che aziendale intesa come proprietà Glencore. “Inoltre è necessario far chiarezza una volta per tutte sulla volontà di portare a piena conclusione il progetto Litio, con garanzie e necessità di arrivare in tempi stretti ad un accordo di programma.
Queste cose sono state esposte dalle segreterie sindacali anche al presidente della Giunta Solinas nella giornata di lunedi perché si faccia carico di portare al tavolo ministeriale tutti gli aspetti della vertenza”. A supporto della protesta anche gli amministratori comunali tra i quali il sindaco di Domusnovas Isangela Mascia: “Si chiede la ripartenza dei reparti attualmente bloccati, oltre che l’attuazione dei progetti previsti per la possibile riconversione dell’azienda.
Presenti le sigle sindacali e i Sindaci del territorio, che non vogliono lasciare soli nella battaglia gli operai e le loro famiglie.
È stato assicurato l’impegno per l’affiancamento in questa vertenza. Così come per la situazione legata alla Sanità, non ci muoviamo per fare sfilate ma perché il territorio è di tutti e non si può fare finta di niente davanti a lavoratori, famiglie, comunità che chiedono che venga rispettato il loro diritto al lavoro. Ho rappresentato Domusnovas e il territorio anche a nome di chi non ha potuto partecipare: la battaglia per ogni singolo posto di lavoro è la battaglia di tutti”.











