Martedi scorso, a Vallermosa, paese di duemila anime, durante il rito religioso dei festeggiamenti in onore a Santa Maria, dopo la processione per le vie del paese, c’è stato il rientro dei fedeli nella chiesa di San Lucifero. E come vuole la tradizione, il parroco Don Massimiliano Pusceddu (nella foto) chiude il rito con la celebrazione della Messa. Sin qui, tutto regolare. Da qui in poi, meno. Il problema, infatti, è nato quando Don Max, il noto prete “pugile” ed “esorcista”, nonché fondatore del movimento degli Apostoli di Maria, ha deciso di terminare prima del previsto la funzione religiosa, creando qualche perplessità e soprattutto incredulità tra i fedeli. Il motivo della “messa breve”? Doveva “liberare” la chiesa per ricevere gli Apostoli di Maria, il gruppo di preghiera, fondato nel 2000 e guidato dal parroco di Vallermosa, che si riunisce in preghiera una volta alla settimana. Guarda caso il martedi. A quel punto, è nata una vivace polemica, con conseguenti ingiurie, fra i fedeli, i membri del movimento apostolico e il parroco. Si è poi scatenato un vero putiferio. La situazione è andata via via degenerando, al punto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine per placare gli animi. Anche il primo cittadino, Francesco Spiga, è rimasto sconcertato di quanto accaduto: una situazione che ha creato un forte malcontento tra gli abitanti del posto. « Non è ammissibile», ha detto il sindaco, «che un parroco chiuda la chiesa ai fedeli». (ROBY COLLU)













