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Valentina, disoccupata 23enne di Pula. Una storia come tante, purtroppo, tra lavori stagionali, porte sbattute in faccia e la classica risposta “Mi dispiace ma cerchiamo personale con esperienza”. La stessa situazione che riguarda molti giovani sardi, e non solo. Ecco il suo sfogo scritto alla nostra redazione.
“La situazione – scrive Valentina – è diventata completamente insostenibile, oltre che ridicola, disperata, e assurda. La disoccupazione ci sta mangiando, elemosiniamo un posto da commessa spesso accontentandoci di 600 euro, o meno, lavorando anche 12 ore senza mai lamentarci. Io sono una disoccupata come tante altre persone ma voglio far sentire la mia rabbia per tutto ciò che ci circonda. Se va bene riesco a lavorare stagionalmente solo tre mesi durante l’estate, ma per il resto dell’anno mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa da fare. Ogni volta che ho portato un curriculum in qualsiasi negozio di abbigliamento, in qualche albergo, o altro, quello che mi sono sentita dire è stato: “Mi dispiace, noi cerchiamo personale con esperienza”. Per timidezza le prime volte ho lasciato perdere andando via a testa bassa, ma poi non ce l’ho fatta più, la rabbia ha parlato al posto mio. Ma se non mi fanno lavorare come pretendono che io riesca a crearmi l’esperienza? Quando ho risposto così guardandoli negli occhi tutti quanti sono riusciti solo ad abbassare lo sguardo e ripetere che cercano persone con esperienza (giusto perché non sapevano cos’altro dire). Ho 23 anni, ma quando devo imparare a fare qualcosa se non ora? Non credo che sia così difficile imparare a fare la commessa o la cameriera (per fare degli esempi). La scorsa estate ho lavorato in una gelateria: credetemi, mettere un gelato su un cono è una delle cose più difficili da imparare e personalmente non avevo la benché minima esperienza nel settore. Dopo una settimana il mio datore di lavoro mi lasciò completamente sola a gestire i clienti, la gestione della cassa e addirittura mi affidò un’altra commessa da gestire, a cui dovevo ovviamente insegnare tutto. Ci è voluto tanto? No! Ci è voluta voglia di lavorare, voglia di imparare qualcosa di nuovo e semplice applicazione. Ovviamente tanta gentilezza e un bel sorriso, perché è il segreto per vivere bene anche nei momenti più difficili. Tutto quello che impariamo sarà tesoro della nostra vita, ma se non ci insegnano a lavorare che futuro avremo? Dobbiamo sentirci dire le stesse parole fastidiose per tutta la vita? E quando arriveremo a 50 anni senza aver davvero fatto qualcosa di concreto e continuativo come vivremo? Io personalmente desidero crearmi una casa, una famiglia, desidero sposarmi con l’uomo della mia vita, realizzare i nostri progetti insieme. Ma come faccio se guadagno 3 mila euro all’anno, spaccandomi la schiena facendo la cameriera per 12 ore? Non è più possibile continuare a vivere in questo modo, dobbiamo rimetterci la salute a causa di queste situazione? Altro problema è che tanti datori di lavoro ne approfittano, nel senso che sapendo che non c’è lavoro trattano il personale anche a pesci in faccia, senza rispetto, e fanno fare ore su ore dando una retribuzione che fa venire i brividi. Personalmente ho spesso ricevuto questo trattamento ma purtroppo sono sempre stata costretta ad abbassare la testa e continuare il mio lavoro spesso con gli occhi pieni di lacrime, perché delusa dalla mancanza di rispetto. Ma non mi sono mai lamentata. Ho sempre voluto fare sacrifici senza problemi e tutt’ora sono disposta a farli. Farei qualsiasi tipo di mestiere anche se per una misera retribuzione. Tanti dicono che noi giovani non abbiamo voglia di lavorare, siamo schizzinosi a fare qualche sforzo in più o che vogliamo fare le cose a modo nostro. La realtà è che pochi vedono i nostri sforzi per trovare quella miseria da conservare e forse accade che, anche se ci spacchiamo i reni facendo 12 ore fuori di casa, più diamo e più vogliono. Deve cambiare la mentalità, a partire da quegli pseudo politici che ci governano. Pensano a litigare per i voti o a giocare con il nostro futuro. Questa situazione deve cambiare, non possiamo disperarci a 20 anni perché non abbiamo uno straccio di lavoro. Dovremmo essere tranquilli, spensierati e felici. Dobbiamo guardare al nostro futuro con il sorriso. Io vedo solo il buio. Non so come, e se mai usciremo da questa situazione, ma spero con tutto il cuore che qualcosa cambi. Io, come tanti, ho voglia di lavorare, ho voglia di imparare tanto e di crescere. E di crearmi un futuro come si deve, migliore di quello che vediamo ora all’orizzonte”.