UniCa2.0 intende esprimere il punto di vista degli studenti sulla condizione dei fuoricorso e sulla loro percentuale rispetto al totale degli studenti nell’ateneo di Cagliari, oggetto di dibattito di questi ultimi giorni.
Dalla stampa nazionale infatti, vediamo a scoprire come il nostro ateneo sia il terzo sul territorio nazionale per percentuale di fuoricorso, mentre da quella locale leggiamo il punto di vista del nostro rettore Giovanni Melis, che con astuzia rilegge a modo suo i dati. Il Rettore infatti sostiene che il numero dei fuori corso sia in continuo calo ma in realtà i dati sono interpretati strumentalmente alla sua posizione: si dimentica infatti di specificare che da qualche tempo gli studenti che non maturano un certo numero di crediti all’anno, vengono iscritti part time d’ufficio, cioè dei veri e propri studenti fuori corso ma nascosti, facendo così nascere la figura del “fuori corso occultato”. Di conseguenza, piuttosto che vantarsi di certe sue politiche, dovrebbe capire come affrontare adeguatamente il fenomeno, partendo dalle cause e non dalle penalizzazioni inflitte.
Dichiara Luca Santus, rappresentante degli studenti in Senato Accademico “Prima di tutto, bisogna ricordarsi che in Sardegna il diritto allo studio è quotidianamente e costantemente mutilato, non rispettato, dimenticato, si diventa fuoricorso anche perché, senza una borsa di studio, molti studenti sono costretti a dover lavorare, spesso in nero, e studiare contemporaneamente per poter pagare le tasse e in generale mantenersi. Questo porta inevitabilmente a dover affrontare lo studio in maniera saltuaria, precaria e non con quella serenità che meriterebbe”.
Aggiunge Roberta Mossa, rappresentante degli studenti nel Consiglio di amministrazione dell’Università “Gran parte della risposta sta nella didattica scadente di molti corsi di laurea. Inoltre quasi sempre i calendari didattici delle lezioni e degli appelli vengono pubblicati poco prima dell’inizio delle lezioni, cioè in totale assenza di programmazione di lungo periodo che invece sarebbe necessario per gli studenti lavoratori. A ciò si aggiunge una politica portata avanti in questi ultimi anni di drastico taglio degli appelli. E poi: aule sovraffollate, assenza di corsi di recupero, materiale didattico assolutamente incompatibile con i programmi didattici, assenza di tutor che accompagnano lo studente durante il corso di laurea”.
La questione dei fuori corso è sicuramente una problematica che deve essere affrontata seriamente, ma va considerata come conseguenza di un sistema che non funziona e non come unica colpa degli studenti.











