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di Sergio Atzeni
Il Corso in epoca romana era una zona leggermente sopraelevata, come del resto oggi, rispetto alla suburra che forse era ubicata dove attualmente sorge il quartiere Marina. I muri dipinti e forse dei mosaici che stanno venendo alla luce nel Corso appartenevano senz’altro a una Domus Patrizia come le altre ritrovate durante i lavori in piazza Yenne. Allora i ricchi romani avevano residenze nelle dolci colline che circondavano la Caralis di quei tempi dove la povera gente abitava in locali che erano tanto piccoli che in latino venivano chiamati “ergastula” è solo il nome basta a far capire di cosa si trattasse. la Domus del Corso quindi faceva parte di un complesso gentilizio che raggiungeva anche la via Tigellio dove sono state ritrovate ben tre Domus che lo scopritore il canonico Spano chiamo appunto “Casa di Tigellio”. L’analisi dei reperti che gli scavi porteranno alla luce potrebbero darci notizie certe sul periodo a cui appartiene quella Domus che potrebbe essere coeva con quella di Tigellio che è del II secolo.