Identità, sovranità e territorio: così nasce il club Vannacci in Sardegna. Il Colonnello Gennaro Fuoco spiega a Casteddu Online obiettivi e strategie del nuovo team ‘Sardus Pater Babai’.
Colonnello Fuoco, cosa rappresenta il nuovo team e come nasce l’iniziativa?
“Stiamo cercando di organizzare un gruppo di lavoro che poi possa partecipare sia nell’ambito delle competizioni politiche e di tutte le battaglie che sentiamo di poter e dover fare in difesa di quelli che sono i nostri valori di riferimento insieme al generale onorevole Vannacci, che ha ridato un po’ di entusiasmo a tante persone che magari potevano essersi anche allontanate dalla politica. Ha rimotivato un po’ di persone su quelli che sono temi identitari, molto sentiti, che fanno riferimento alla famiglia, alla patria, alla sicurezza, alla sovranità, al lavoro, alla difesa delle nostre tradizioni, della nostra identità. Tutta questa vulgata di politiche woke, politiche in difesa dei diritti delle minoranze, che per carità, certamente sono degnissimi di essere tenuti in considerazione, ma che poi fanno quasi arrivare un popolo a sentirsi meno degno delle proprie tradizioni o di quelli che sono i propri ideali. Per quanto riguarda la nostra isola, abbiamo molto sotto attenzione l’attuale governatrice perché, essendo la Todde un’espressione dei Cinque Stelle, dal nostro punto di vista non rappresentano il massimo della gestione politica del nostro Paese e dei nostri territori. Oltretutto anche con le ultime vicende che l’hanno vista combattere più che altro per mantenere la poltrona. Insomma, loro poi che erano sempre stati giustizialisti per il rispetto delle sentenze, per eliminare subito chiunque avesse un procedimento penale in corso e bollarlo come da esiliare dal paese, mi sembra che alla fine la coerenza sia un optional”.
Quali sono le criticità che avete individuato nelle politiche regionali?
“Le battaglie che ha fatto la Todde, ad esempio per i direttori generali della sanità, mi sembrano battaglie di potere. Ugualmente il forte ritardo sui fondi comunitari, che sarebbero necessari per dare ossigeno ai territori, spenderli e soprattutto spenderli bene per le politiche relative al lavoro e allo sviluppo e non magari solo per l’assistenza, che è una specialità dei Cinque Stelle”.
Come intendete muovervi nel prossimo futuro?
“Noi cercheremo sicuramente di darci da fare. Tra l’altro a luglio verrà il generale Vannacci, faremo un paio di manifestazioni a Cagliari: una per promuovere i circoli che stanno sorgendo nei territori e un’altra per cominciare a portare avanti qualche battaglia identitaria e di avanguardia per il nostro movimento. Ovviamente, il tutto nel massimo rispetto della Lega, perché il generale Vannacci è attuale vicesegretario della Lega. Io, come presidente e leader di questo gruppo di Cagliari, ho già contattato il segretario regionale del partito e stiamo collaborando”.
Qual è stata la risposta della cittadinanza alla nascita del vostro gruppo?
“Quanto alla partecipazione su Cagliari, abbiamo già raccolto oltre 200 tessere: non sono poche di questi tempi di grande disaffezione dalla politica. Ovviamente non nascondiamo di avere anche molti detrattori, però questo fa parte del gioco quando si ha un profilo identitario molto marcato. Non ci spaventa, anzi, ci riempie di voglia di fare”.
Qual è la rete del vostro movimento sul territorio ?
“Siamo in contatto con gli altri circoli sardi: ce n’è uno che fa leva prevalentemente a Capoterra, anche se ha iscritti di altri comuni, uno a Oristano e ne stanno sorgendo altri. Tutti collaboreremo per il mini tour che farà l’onorevole Vannacci a fine luglio. Gli obiettivi saranno comuni e ci coordineremo anche con il partito della Lega per iniziative condivise”.
Quali saranno le vostre priorità programmatiche in Sardegna?
“Le cose più urgenti sono sicuramente stimolare il governo regionale a darsi una mossa sulla continuità aerea, visto che era tanto criticata la continuità del precedente governo regionale e adesso la stanno prorogando da mesi. Anche lì ci sarebbe da esprimere forti critiche e lavorare in maniera intensa. Ma anche la sanità sui territori, in particolare nelle aree interne della Sardegna. Una battaglia che vogliamo portare avanti è proprio quella: la cura dei territori interni, sia dal punto di vista sociale, che sanitario, che delle politiche attive per il lavoro. E ovviamente anche la sicurezza, il lavoro in genere, tutte le politiche di sviluppo. Perché i soldi, a detta di tutti, ci sono sempre stati, ma sono sempre stati spesi male”, conclude.
Con un progetto che unisce identità, territorio e partecipazione, il Team “Sardus Pater Babai” si propone come nuova forza attiva nel panorama politico sardo. Il gruppo guidato dal colonnello Gennaro Fuoco punta a costruire una presenza concreta sul territorio, rilanciando i temi della sovranità, della sicurezza e dello sviluppo come priorità per il futuro dell’isola.









