Oggi, 31 marzo 2022, è una giornata in qualche modo storica per l’Italia. E’ l’ultima, dopo due anni surreali, in cui è in vigore lo stato d’emergenza Covid. Da domani, venerdì 1° aprile, si torna alla tanto agognata normalità, quella che due anni si è frantumata sotto il peso di contagi, ricoveri, morti e disperazione. Resterà ancora per un mese qualche restrizione, mascherine al chiuso e green pass per accedere ad alcune attività, ma di fatto dalla mezzanotte si cambia registro. Con un obiettivo preciso: convivere col virus, che non accenna a mollare la presa, forti di uno scudo vaccinale che si è fermato all’85% della popolazione e che difficilmente arriverà al 90% come si era programmato.
La situazione, però, non è esattamente quella che si era immaginata e che avevamo tutti sperato. I contagi hanno ripreso a crescere, spinti dalla forza di Omicron 2 che galoppa molto più velocemente della variante madre, e inevitabilmente sono tornati a crescere ricoveri e terapie intensive. Ma ormai è deciso: il tentativo di convivere col Covid va fatto e subito. Tanto che la struttura commissariale è stata smantellata, il generale Figliuolo ha detto addio al ruolo che Draghi gli aveva dato e il Comitato tecnico scientifico sparirà insieme alle famigerate fasce di colore delle regioni che per mesi ci hanno fatto vivere con il batticuore nell’attesa di sapere, il venerdì, che tipo di vita ci sarebbe stata concessa dal lunedì successivo.
In Sardegna, più che nel resto d’Italia, i contagi corrono e si viaggia al ritmo di migliaia al giorno, oltre ai decessi che restano ancora molto alti. Una quarta ondata che non è mai finita, tanto che si rischia di entrare direttamente nella quinta senza aver goduto di tregue.
I virologi sono quasi tutti sulla stessa linea: in questa situazione, allentare le restrizioni è molto pericoloso. Ma l’economia a pezzi, e i nervi degli italiani pure, impongono che non si possa più aspettare.
Intanto, sono state diramate le nuove linee guida con una circolare dal Ministero della Salute. Isolamento solo per i positivi, autosorveglianza per 10 giorni per i contatti stretti di casi positivi al Covid e tamponi giornalieri per gli operatori sanitari fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un soggetto contagiato.
Le persone risultate positive al test diagnostico (molecolare o antigenico) “sono sottoposte alla misura dell’isolamento”, invece i contatti non faranno quarantene ma saranno tenute ad auto sorvegliarsi. L’isolamento resta per un periodo di 7 giorni (e non più di 10) per i soggetti vaccinati con booster o con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni. Al termine dell’isolamento va eseguito un test molecolare o antigenico. Gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un soggetto contagiato.
Tutto il resto, e non è poco, sta al buon senso di ciascuno.










