Dopo l’ok definitivo da parte del ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica, datato settembre 2023, qualche protesta da parte di gruppi di cittadini di Selargius e, solo negli ultimi giorni, di Quartu, che però non ha portato a nulla di concreto, ora Terna chiede ufficialmente di “blindare” il tratto di costa davanti a Terra Mala per cinquant’anni. La richiesta è stata fatta alla Capitaneria di porto, che cinque giorni fa ha pubblicato l’avviso: ci sono venti giorni di tempo, dalla data della pubblicazione, per presentare richieste di opposizione al rilascio del provvedimento di autorizzazione. L’intervento prevede la posa di un cavo sottomarino, in corrente continua tra Sardegna, Sicilia e Campania di circa 970 chilometri di lunghezza e mille megawatt di potenza. Negli ultimi mesi, soprattutto a Selargius, è stato creato un comitato contro il progetto del Tyrrhenian link, capeggiato dall’esponente politica Rita Corda e da varie associazioni. Da poco c’è stata una prima riunione dei contrari anche a Quartu, nella zona della Marina delle Nereidi. L’unico atto concreto è stato un tentato ricorso da parte del Comune di Selargius direttamente al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
A favore di Terna però ci sono tempi e pareri: le conferenze decisorie si sono svolte nel 2021 e non c’è stato nessun ostacolo, ancora prima di ottenere gli ok definitivi da Roma per creare il collegamento che, come promesso dalla stessa Terna, “contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo della eliminazione graduale dal carbone previsto dal Pniec 2019 e confermato nell’aggiornamento del 2023,” capacità di trasporto, migliorando la sicurezza, l’adeguatezza e la flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale e favorendo l’integrazione del mercato interno e delle fonti rinnovabili”.












