Tumori in Sardegna, nel 2019 oltre diecimila nuovi casi: “Presto avremo il registro regionale”

L’assessore Nieddu: ““Siamo in una fase di revisione di tutte le reti di cura, tra cui quella oncologica. Ci aspettiamo un impulso significativo dagli Stati generali della Salute, che avranno lo scopo di attivare sinergie tra chi ogni giorno si occupa di Sanità. Siamo al lavoro anche sul Registro tumori, uno strumento indispensabile per il monitoraggio. In Sardegna abbiamo due registri perfettamente inseriti e riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Ora dobbiamo completare il percorso iniziato e presto anche noi avremo un registro regionale”


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“Siamo in una fase di revisione di tutte le reti di cura, tra cui quella oncologica. Ci aspettiamo un impulso significativo dagli Stati generali della Salute, che avranno lo scopo di attivare sinergie tra chi ogni giorno si occupa di Sanità. Siamo al lavoro anche sul Registro tumori, uno strumento indispensabile per il monitoraggio. In Sardegna abbiamo due registri perfettamente inseriti e riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Ora dobbiamo completare il percorso iniziato e presto anche noi avremo un registro regionale”.

Lo ha dichiarato oggi, a Cagliari, l’assessore della Sanità, Mario Nieddu nel corso dell’incontro di presentazione del volume “I numeri del cancro in Italia 2019”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM, PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP).

In Sardegna, nel 2019, sono state 10.200 le nuove diagnosi di tumore, il 2% in più rispetto all’anno precedente. “Così come altre branche del comparto sanitario – precisa Nieddu – anche l’oncologia soffre della carenza di specialisti. Per trovare una soluzione, che ci consentirebbe di attivare nuovi servizi di prevenzione e di assistenza ai pazienti nelle strutture dedicate, stiamo intervenendo anche sui tavoli di confronto nazionale avanzando proposte per il Patto della Salute attualmente in discussione”.

Dalla Regione la proposta di scorporare le spese per la prevenzione dal tetto del deficit del 5% (considerata oggi la soglia per l’ingresso in regime commissariale). “La prevenzione deve essere concepita come investimento – spiega l’esponente della Giunta Solinas – ed è la chiave per la sostenibilità futura del nostro sistema sanitario. Nonostante la nostra indicazione abbia ricevuto grande consenso da parte delle altre Regioni, il governo ha respinto questa possibilità. L’interlocuzione prosegue, ma il timore è che il governo guardi a un Patto per la Salute pensato più su logiche di tagli alla spesa che di assistenza ai cittadini”.


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