Tre deputati sardi del Movimento 5 Stelle votano “no” a Draghi: sono Cabras, Vallascas e la Corda

Tre no dai deputati grillini isolani al nuovo governo Draghi, che incassa la fiducia con 535 sì. Si tratta di Pino Cabras, Andrea Vallascas ed Emanuela Corda


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Tre deputati sardi del Movimento 5 Stelle (Pino Cabras, Andrea Vallascas ed Emanuela Corda) hanno votato “no” alla fiducia al Governo Draghi alla Camera. Insieme ad altri tredici loro colleghi di partito hanno scelto di non far parte della maggioranza “monstre” conquistata dall’ex presidente della Bce. Alla fine, sono stati 535 i voti a favore, sessantadue quelli contrari. Ora bisognerà capire se i dissidenti saranno espulsi dal Movimento. Potrebbero contarsi e creare un gruppo in totale autonomia: alla Camera sono richiesti, però, almeno venti deputati. Le prossime ore saranno decisive. “Chiedo scusa a chi si sentirà tradito dal mio voto. Ma non avrei potuto fare altrimenti. Non faccio sceneggiate ne piagnistei ma non nascondo che questa cosa mi sia costata! Parecchio. So che potranno arrivare provvedimenti e ne prendo atto. A quel punto risponderò. Portando le mie ragioni”, così Emanuela Corda su Facebook.

 

Andrea Vallascas va giù duro contro Draghi: “No alla fiducia a Draghi, un uomo delle banche sostenuto da un’ammucchiata partitica senza un’idea di Paese. Ho votato no al Governo del tutti dentro appassionatamente, non credo nei governi di salvezza nazionale, tantomeno se guidati dall ’uomo che più di tutti rappresenta il potere della bancocrazia e delle élites finanziarie. Possiamo dimenticare che Draghi come consigliere del ministro del Tesoro Golia e come direttore generale dello stesso dicastero fino al 2001, è stato tra i principali promotori dell’ opera di svendita del patrimonio industriale pubblico italiano? Condividevo l’opinione di Beppe Grillo quando sosteneva che Draghi e la BCE avrebbero ricompensato il crack finanziario azzerando il welfare dei paesi. Sono convinto che sarà questo il modello che si perpetrerà. Saranno ancora lacrime e sangue e sempre per gli stessi. Un uomo nato banchiere e cresciuto nei salotti della Goldman Sachs non può che promuovere una politica economica lesiva delle classi medie e prona a Bruxelles, attenta ai piani alti della finanza internazionale più che al popolo italiano e ai suoi bisogni. L’illusione di molti, alimentata dal coro mainstream che da giorni lo incensa come l’uomo della provvidenza, sarà presto disillusa dalla realtà dei fatti. Del resto anche se si fosse trasformato nel Mao italiano con una compagine, che racchiude dagli eredi del partito fondato da Marcello dell’Utri, a quelli del Pd e della Lega, senza alcuna visione di paese e di futuro compatibile, non avrebbe alcuna chance di fare uscire il nostro Paese dalla crisi sociale e politica in cui è caduto. Tutto il sistema che abbiamo combattuto è rappresentato in questo Governo, con sofferenza per le conseguenze di questa scelta non ho potuto votare che no alla fiducia. Siamo arrivati in Parlamento con l’obiettivo di cambiarlo questo sistema. Non farci cambiare da questo”.