Prospettive incerte e preoccupazione per gli oltre mille lavoratori di Tiscali già in stato di agitazione e in attesa di conoscere i piani aziendali che i sindacati, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e le Rsu, solleciteranno nell’incontro con i vertici fissato per dopodomani. Nell’attesa, le categorie, di concerto con le segreterie confederali, chiedono un intervento della Regione e del presidente Pigliaru perché “in gioco c’è il futuro del patrimonio industriale e tecnologico di una delle aziende più importanti della Sardegna”.
Fondata dall’ex presidente della Regione Renato Soru e controllata da febbraio 2016 da un fondo russo, Tiscali rischia di sgretolarsi disperdendo il suo know how e le professionalità dei dipendenti protagonisti dei processi innovativi che hanno portato l’azienda sarda nel panorama internazionale di settore.
Dopo le operazioni finanziarie e industriali – portate avanti nel 2016 sotto la guida dell’ad Riccardo Ruggiero, pochi mesi dopo un accordo sul contratto di solidarietà – e in seguito alle voci insistenti su altre cessioni di rami d’azienda, l’attenzione dei sindacati a tutti i livelli ha superato la soglia di guardia: “Non possiamo accettare che l’azienda venga destrutturata e siano messi a rischio i livelli occupazionali”, scrivono in una nota congiunta le segreterie regionali e territoriali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
Tra le operazioni c’è l’accordo commerciale con Fastweb, che ingloba – insieme a 50 dipendenti – clienti, divisione Business e gestione dell’appalto milionario vinto da Tiscali per la fornitura dei servizi di connettività alle pubbliche amministrazioni. Poi, in via di definizione, l’affitto per sette anni delle attività legate al reparto Information Tecnology – con i suoi 170 dipendenti – alla neonata Engineering Sardegna srl, piccola creatura della multinazionale dell’ingegneria informatica Engineering spa.
Sin qui le poche informazioni ufficiali, sulle quali sono in corso trattative sindacali, poi ci sono le tante indiscrezioni, alimentate anche dall’assenza di chiarezza che ha contraddistinto sino ad ora le relazioni industriali. Fra queste il futuro di progetti speciali come Streamago che, se venissero confermate le richieste avanzate agli ingegneri informatici affinché scelgano di seguire il progetto o magari restare al customar care Tiscali, andrebbero incontro a una cessione di ramo d’azienda.
Di certo ci sono il rinvio del pagamento degli stipendi di questo mese – annunciato con lettera formale alle rappresentanze sindacali – e il ritardo dei versamenti contributivi di alcuni mesi, che risultano però regolarmente trattenuti nelle buste paga. Ragioni importanti per mettere in allarme lavoratori e sindacati che chiedono all’azienda un chiarimento sulle prospettive, anche in riferimento alle ultime due aree pregiate rimaste in Tiscali, i servizi di rete e il customer care, ai quali lavorano circa settecento lavoratori: “Non vorremmo – concludono Slc, Fistel e Uilcom – che anche su questi pezzi il management aziendale avesse pronti i suoi programmi di cessione”.