È durissimo il documento congiunto firmato dai gruppi consiliari di opposizione Teulada In Testa e Teulada Futura, e da Susanna Boi, ex assessora, che annunciano il loro voto contrario alla delibera con cui l’amministrazione comunale propone la revoca della decisione – presa all’unanimità nel 2020 e ribadita nel 2021 – di mantenere Teulada nella provincia del Sud Sardegna. Una mossa che, secondo l’opposizione, non solo tradisce gli impegni assunti in passato, ma espone il Comune a potenziali ricorsi e danni istituzionali.
“Eravamo e restiamo favorevoli al coinvolgimento dei cittadini nella scelta della provincia di appartenenza – si legge nella nota – Ma questa delibera non è altro che un tentativo opaco di ribaltare una decisione già assunta in modo unanime, anche dagli attuali vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici”.
Nel mirino c’è la scelta dell’amministrazione di procedere alla revoca senza un quadro giuridico chiaro e senza fornire certezze sulla reale utilità di un futuro referendum popolare. “La delibera non è supportata da nessuna evidenza scritta che dimostri un reale coordinamento con l’assessorato regionale competente. Il rischio di contenziosi è concreto e potrebbe compromettere l’intero processo di ridefinizione dei confini provinciali”, scrivono i firmatari.
Critiche anche sul metodo: “La maggioranza non ha mai aperto un dibattito vero sui vantaggi o svantaggi dell’appartenenza al Sulcis o alla Città metropolitana di Cagliari. Ha ignorato per due anni le sollecitazioni dell’opposizione e, oggi, propone una delibera confusa e giuridicamente fragile, rinviando la parola ai cittadini senza chiarire modalità, tempi e costi di un eventuale referendum”.
Particolarmente pesante secondo i consiglieri la posizione nei confronti degli attuali amministratori che in passato avevano sostenuto con convinzione l’ingresso nel Sulcis. “Oggi smentiscono se stessi e cancellano con un colpo di spugna una scelta che loro stessi avevano contribuito a definire”.
Per l’opposizione, composta con Boi dai consiglieri Alessandro Serafini, Giacomo Piras, Antonello Tanas e Mauro Serra, si tratta di un’operazione dettata più da equilibri interni alla maggioranza che da una reale volontà di coinvolgere la popolazione. “Non è un atto tecnico ma politico. Il Comune rischia una brutta figura agli occhi dei cittadini e dei comuni vicini, con cui sarà necessario continuare a collaborare. La responsabilità politica e amministrativa di questa scelta, che avrà effetti ben oltre questo mandato, è tutta in capo a chi la sostiene”.
Il voto contrario, già annunciato in aula, è accompagnato da un ultimo affondo: “Avete scelto di non decidere quando serviva, e ora volete decidere da soli, fingendo di ascoltare la cittadinanza. Noi non ci stiamo”.











