Era uno dei cavalli di battaglia della destra alle elezioni. La chiusura dell’Anfiteatro romano e la nostalgia per la legnaia il ritorno degli spettacoli davanti alle antiche gradinate. Ma i tempi si annunciano tutt’altro che brevi. E le parole del sindaco Paolo Truzzu in commissione Bilancio fanno pensare che la consiliatura potrebbe chiudersi, salvo soprese in extremis, senza il ritorno della musica nel sito archeologico di viale Sant’Ignazio.
“In questi mesi abbiamo fatto lavoro di indagine conoscitiva”, ha dichiarato il primo cittadino, “c’è la necessità di sistemare il corso delle acque e consolidare la parte più alta. L’obiettivo è quello di fare un progetto che dia la possibilità di riaprire l’Anfiteatro agli spettacoli, garantendo la fruibilità del bene ma anche la sua tutela e la sua valorizzazione. Sarà anche un cantiere di restauro, coi tempi non definibili”, sottolinea, “con l’obiettivo di aprire alle visite anche tutte le parti sottostanti e con la grossa difficoltà data dalla realizzazione delle vie di accesso e uscita dall’Anfiteatro. Perché non ne abbiamo tante e quelle che abbiamo vedono necessaria la collaborazione con l’Università e l’Orto Botanico. Altrimenti sarà difficile poterlo utilizzare per gli spettacoli”.
Insomma con pochi mesi a disposizione da qui al termine della consiliatura il progetto non è ancora pronto e si parla di un cantiere di restauro dai tempi lunghi. Non solo. C’è anche la necessità di trovare un accordo con l’Università per aprire un varco nella parete che separa l’Anfiteatro dall’Orto Botanico per realizzare una via d’accesso e uscita lungo il confine tra l’Orto stesso e il San Giovanni di Dio che dovrebbe sbucare nell’attuale varco di viale Sant’Ignazio davanti a via Palabanda. Potrebbe non trattarsi di una passeggiata.
“Dopo 5 anni di “annuncite” oggi il primo cittadino ammette che siamo ancora in fase progettuale e alle prese con le difficoltà legate all’attuazione dei lavori di restauro”, attacca Fabrizio Marcello, capogruppo Pd, “di fatto il monumento resta ancora chiuso, transennato e senza cantieri all’orizzonte. Mentre, in barba alle promesse, le emozioni legate ai concerti di un tempo, e cavalcate in campagna elettorale, sono ancora lontane”.