Tassa di soggiorno a Cagliari, Frongia (Confcommercio): «Deve diventare un investimento per il turismo»
L’aumento della tassa di soggiorno non è digeribilissima, soprattutto per chi ogni giorno dovrà spiegare ai turisti il motivo di un’imposta più alta rispetto al passato. Ma, secondo Emanuele Frongia, membro di FIPE e presidente di Confcommercio Sud Sardegna, la questione va affrontata in una prospettiva più ampia, che tenga conto non solo dei costi, ma soprattutto dei benefici che l’imposta può generare per la città.
«Non possiamo non comprendere le difficoltà di chi lavora a stretto contatto con i visitatori – spiega Frongia – soprattutto quando ci si confronta con turisti abituati a viaggiare e a pagare tasse di soggiorno diverse nelle principali città italiane». Proprio per questo, secondo Confcommercio, è necessario guardare a quanto accade in altre destinazioni turistiche e valutare se l’aumento dell’imposta possa tradursi in servizi migliori e in una programmazione turistica più efficace.
Il punto centrale, per Frongia, è uno solo: «L’aumento della tassa deve servire a migliorare l’offerta turistica e a dare valore a chi lavora sulla programmazione. Se le risorse vengono utilizzate per rendere più attrattive alcune zone della città che oggi faticano a decollare per mancanza di investimenti, allora l’aumento è giustificato».
Un passaggio chiave riguarda anche il ruolo delle amministrazioni pubbliche. «Per troppo tempo – sottolinea – non c’è stata una vera assunzione di responsabilità nel spiegare la direzione turistica della città. Oggi, però, il Comune ha avviato uno studio che dovrà indicare su quali attrattori investire. È su quelle priorità che dovranno essere indirizzate le risorse della tassa di soggiorno».
Secondo Confcommercio Sud Sardegna, il percorso intrapreso è il risultato di un confronto con l’amministrazione: l’imposta, inizialmente ipotizzata con aumenti più consistenti, è stata invece rimodulata con una crescita graduale. «È una scelta che comporta sacrifici – conclude Frongia – ma anche la necessità di fare un salto in avanti. Restare fermi non porta benefici a nessuno e, forse, Cagliari è rimasta immobile per troppo tempo».











