“Mi hanno chiamato mostrando sul display la scritta Comando Carabinieri. Al telefono, un presunto carabiniere mi ha detto che c’era un’indagine in corso all’interno della mia banca. Mi ha chiesto di recarmi subito lì, mantenendo la telefonata aperta, e di eseguire un bonifico verso un numero che mi avrebbero comunicato, rassicurandomi che il trasferimento non sarebbe andato a buon fine. Ho risposto che sarei andato direttamente alla caserma di via ***, ma hanno insistito che fosse chiusa. Poco dopo, mi hanno persino videochiamato: si sono mostrati in volto, indossando una camicia da carabiniere. Mi hanno ordinato di prendere una penna e recarmi immediatamente in banca. A quel punto ho detto: ‘Una camicia da carabiniere me la posso mettere anch’io’. Hanno iniziato a urlare, cercando di intimorirmi. Mi hanno detto che una pattuglia in borghese mi avrebbe prelevato in banca per portarmi in caserma. Ho risposto: ‘E perché non venite in divisa, allora?’. A quel punto mi hanno minacciato di denuncia per ostacolo alle indagini. Mentre continuavano con le minacce, mi sono recato davvero dai Carabinieri in via ***, dove mi hanno confermato che si trattava di una truffa. Il dettaglio più inquietante? Mi hanno contattato usando il numero reale della banca. Dopo la denuncia, li abbiamo richiamati insieme ai veri Carabinieri in videochiamata: si è visto solo il cappello. Mi ha chiesto: ‘Chi sei?’, come se non mi avesse contattato lui poco prima. Ha domandato chi fosse con me. Ho risposto: ‘Mio fratello’. Subito dopo: ‘Fammi vedere i documenti’. Il carabiniere, giustamente, ha replicato: ‘E perché dovremmo farlo noi? Falli vedere tu’. A quel punto, la persona al telefono ha avuto una reazione oscena e offensiva, mostrando i glutei alla telecamera. Il Carabiniere che si trovava con me l’ha subito ripreso per il gesto indecoroso. “State davvero attenti” – ribadisce – è una truffa fatta benissimo. Domani andrò alla Polizia Postale con il numero da cui mi hanno chiamato”.