È iniziato in consiglio regionale l’iter della proposta di legge presentata dall’associazione Luca Coscioni e fatta propria dalla maggioranza di centrosinistra: la Sardegna potrebbe così diventare la seconda regione in Italia, dopo la Toscana, ad approvare una legge sul suicidio medicalmente assistito. La sesta commissione Sanità ha avviato le audizioni sul testo della proposta di legge 59. Prima a intervenire è stata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione. “La norma stabilisce tempi certi per le risposte alle persone che chiedono di essere sottoposte alle verifiche previste dalla Corte Costituzionale. Oggi l’attesa può durare da sei mesi a tre anni. Un malato che vive sofferenze ritenute insopportabili può non avere quel tempo: alcuni muoiono prima ancora di ottenere una risposta dal sistema sanitario”, ha detto Gallo.
Che ha poi spiegato: la proposta riguarda esclusivamente l’organizzazione delle risposte da parte delle aziende sanitarie, come indicato dalla sentenza della corte costituzionale sul caso Cappato. “Non si tratta di una legge sul suicidio assistito in senso stretto, né interviene su ambiti di competenza statale. La Regione ha piena facoltà di legiferare in materia sanitaria”, ha ribadito.
Gallo ha definito un “paradosso” l’impugnazione da parte del governo della legge toscana: “Non si va oltre quanto già stabilito dalla Corte. Si tratta solo di regolare tempi e procedure. Confidiamo che la corte costituzionale chiarisca una volta per tutte che queste competenze sono regionali”. La proposta dell’Associazione Luca Coscioni è stata presentata in tutte le Regioni italiane, ma solo in Toscana è diventata legge, impugnata dal governo, mentre la Sardegna ne ha avviato l’iter legislativo. Il testo intende dare piena attuazione al diritto al suicidio medicalmente assistito, riconosciuto dalla corte costituzionale nel 2019, che aveva sollecitato senza esito un intervento legislativo da parte del Parlamento.