Una serata in discoteca finita in tragedia, la decisione di non lasciare sole due ragazze (Lavinia Najibe Zaher e Giorgia Banchero) sul lungomare di Quartu, poi lo schianto e il ricovero in ospedale. C’è un racconto, che può rivelarsi utile anche per le indagini aperte dalla pm Rossana Allieri. È quello fatto da uno dei due sopravvissuti al terribile schianto di viale Marconi, Manuel Incostante, pizzaiolo cagliaritano. Una ricostruzione, fatta ieri alla polizia Locale e anche ai genitori, direttamente dal letto del Policlinico di Monserrato nel quale è ricoverato con una mascella fratturata e qualche altra escoriazione.
È fuori pericolo, fortunatamente, il diciannovenne: “Era alla serata della discoteca Opera. Conosceva bene Simone Picci, erano amici da anni, gli altri ragazzi li conosceva solo di vista. Quando è finita la serata, ricorda che hanno provato a chiamare un taxi per le due ragazze, ma non ne hanno trovato nemmeno uno”.
Orologio alla mano, era appena trascorso qualche minuto dopo le 4 di notte di domenica. Da lì la decisione di darle uno strappo a bordo della Ford Fiesta guidata da un altro diciannovenne, Alessandro Sanna: “L’hanno fatto per aiutarle”, queste le parole dette da Manuel Incostante al padre, Tonino, che qualche ora fa è andato al cimitero di San Michele per porgere le condoglianze alle famiglie delle vittime. Sono quindi saliti in sei, a bordo dell’auto, ed è molto probabile che volessero raggiungere Selargius per riaccompagnare la Zaher, prima di ritornare nell’area del capoluogo sardo.
“Mio figlio non ricorda nulla dello schianto, me l’ha proprio detto, è come se avesse un vuoto. Ricorda solo la serata, la ricerca di un taxi per le ragazze e poi il risveglio nel letto dell’ospedale”. Manuel Incostante non è ancora al top, i medici gli hanno assegnato un mese di cure. Ha già saputo che quattro dei cinque ragazzi che si trovavano a bordo della Ford Fiesta, purtoppo, non ci sono più. È stato necessario qualche consiglio e il supporto di uno degli psicologi dell’ospedale.










